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Lavoro

Scioperi, nel 2014 sono stati più di tre al giorno

Crescono gli scioperi nazionali (da 7 a 17) e le agitazioni nel trasporto ferroviario (+30%) e aereo (+10%). Triplicate le sanzioni. Ma non basta e l’Authority avanza delle richieste

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I numeri sugli scioperi, illustrati come ogni anno dall’Authority alla Camera dei deputati, parlano da soli: nel 2014 sono state annunciate oltre 2 mila astensioni dal lavoro (2.084) di cui 1.233 sono state realmente effettuate. Tradotto: abbiamo avuto 3,3 scioperi al giorno. In aumento le mobilitazioni generali che salgono dalle 7 del 2013 alle 17 del 2014. Tra i settori maggiormente interessati, spiccano il trasporto pubblico, dell’igiene ambientale e dei servizi che, presi nel loro complesso, hanno generato 331 proclamazioni di scioperi: quasi uno al giorno. «È la prova evidente che, nonostante gli sforzi di mediazione compiuti dall’Autorità tra le parti sociali e i referenti politici, la situazione, purtroppo, non è lontana dal collasso», commenta il presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi, Roberto Alesse. «I doverosi piani di risanamento annunciati da alcune principali aziende di trasporto pubblico sono destinati a non bastare da soli, se non accompagnati da altrettanti interventi pubblici rivolti alla ripresa della negoziazione e alla previsione di adeguati ammortizzatori sociali».

FERMEZZA INUTILE. In particolare nel trasporto aereo si sono avuti 182 scioperi (+10%), mentre il trasporto ferroviario è schizzato a 143 scioperi: +30% rispetto al 2013. Contestualmente, si sono inasprite le sanzioni comminate: 320.500 multe contro le 113.700 euro del 2013, per un totale di 48 soggetti sanzionati contro i 32 dell’anno precedente. Tuttavia, nonostante il “pugno di ferro” dell’Authority la tensione resta alta e gli scioperi sono all’ordine del giorno. Da qui, le richieste avanzate dall’Authority che invoca in primis maggiori poteri ispettivi e sanzionatori: «I primi, ed è la strada maestra da percorrere, servirebbero a dare piena legittimazione agli interventi dell’Autorità nella fase di prevenzione del conflitto, così da consentire a quest’ultima una pervasiva acquisizione dei termini delle vertenze, presupposto indispensabile per monitorare costantemente le dinamiche delle relazioni industriali da posizioni di assoluta terzietà e imparzialità», spiega Alesse. «I secondi, e ci riferiamo non solo alle sanzioni pecuniarie, devono essere ulteriormente rafforzati, perché, rispetto ad alcuni comportamenti abnormi, non fungono da deterrente sufficiente nei confronti di tutti i protagonisti del conflitto (comprese ovviamente le amministrazioni e le aziende) che hanno in animo di violare deliberatamente la legge 146 del 1990».

FRANCHIGIA E SANZIONI. L’Authority vorrebbe inoltre estendere i periodi di franchigia agli eventi nazionali e internazionali di grande rilievo, in modo che questi non siano danneggiati dalle astensioni sul lavoro. Sarebbe inoltre «un’ipotesi non più rinviabile” quella di prevedere sanzioni anche a carico dei singoli lavoratori: per esempio, potrebbero venir decurtati da 2 a 10 giorni di stipendio. Alessi, infine, torna a sottolineare l’importanza della concertazione che “«non è un capriccio, né un modo per rievocare i riti del passato o per esaltare forme, anche individuali, di protagonismo politico» precisa Alessi. «È la possibilità di porre all`attenzione di tutte le competenti sedi istituzionali l’esigenza di individuare soluzioni concrete e ragionevoli per sbloccare, o quantomeno raffreddare, quelle vertenze di particolare rilievo, non solo nazionale, in cui la situazione di stagnante incertezza finisce per alimentare il conflitto attuato spesso al di fuori del controllo delle organizzazioni sindacali più rappresentative e responsabili, con conseguente danno per la collettività». Tra le ipotesi ventilate, anche quella di proporre a tutti i lavoratori iscritti ai sindacati un referendum consultivo per ogni proclamazione di sciopero.

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© Ivan Crivellaro