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Sostenibilità

I furbetti del 5 per mille

Il bilancio di dieci anni di donazioni agli enti non profit, tra missioni umanitarie e fondi poco chiari

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Il 5 per mille compie dieci anni tra luci e ombre. Istituito con la legge Finanziaria 2006, doveva servire a supportare il terzo settore attraverso la scelta da parte dei cittadini delle organizzazioni non profit da supportare. Molto è stato fatto, ma non mancano situazioni delicate nella destinazione dei circa 500 milioni di euro destinati a questo scopo (ultima quota del governo Renzi.

IL 5 PER MILLE: 500 MILIONI PER 50 MILA ENTI

Un tesoretto da dividere tra 50 mila enti, sulla base delle percentuali di destinazione scelte dai cittadini. Ci sono centri di ricerca e grandi organizzazioni, ma anche piccole realtà di cui non è chiaro l’obiettivo sociale. Riferendosi ai dati 2015 pubblicati da poco, per esempio, hanno ricevuto fondi enti del volontariato (39.168), ricerca sanitaria (106), ricerca scientifica (421), associazioni sportive dilettantistiche (7.060), oltre a 8.088 Comuni

Le società sportive sono raddoppiate nel 2008, ma – come racconta Lettera43 – accanto a piccole realtà sparse per l’Italia emergono anche 10 centri yoga, 28 circoli e associazioni scacchistiche, sette circoli di ippica, tennistici, filatelici e numismatici, associazioni “vegan” e organizzazioni sportive dai nomi decisamente simili a quelli di centri estetici o palestre come “move your body”, “body beauty center” o “body fitness”. Nonché 12 società per la cremazione dei defunti. Di questi, 1.800 potenziali beneficiari non ricevono neppure un euro, 995 sono stati indicati da un solo contribuente e circa 20 mila associazioni non raggiungono i mille euro.

5 PER MILLE, I BENEFICIARI

Per quanto riguarda l’elenco dei beneficiari al primo posto c’è l’Airc, Associazione italiana per la ricerca sul cancro (1,6 milioni di firme, quasi 65 milioni di euro), davanti a Emergency (378 mila “preferenze” e 13,4 milioni di incasso). Seguono la Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro, Medici senza frontiere, l’Istituto europeo di oncologia, il Comitato italiano per l’Unicef, l’Ail (Associazione italiana contro le leucemie), la Fondazione italiana sclerosi multipla, Save the Children Italia (un nuovo ingresso nei primi 10) e La lega del filo d’oro Onlus (4,8 milioni di euro).