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Attualità

Kurz e soci: la svolta belloccia della politica

Le elezioni austriache premiano i popolari con il 31% e segnano la svolta a destra del Paese, l’ennesima in Europa. Ma a unire la politica globale è l’attrazione per i politici di grande fascino. Renzi ha perso il suo?

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Le elezioni in Austria segnano la svolta a destra del Paese. In attesa dei dati ufficiali, il partito dei popolari guidato da Sebastian Kurz, è in testa con il 31,6% dei voti (+75). Al secondo posto arrivano i socialdemocratici del cancelliere uscente, Christian Kern, con il 26,9% dei voti. Ma la destra nazionalista, islamofoba ed euroscettica di Heinz-Christian Strache, è balzata di cinque punti al 26% dei consensi. Crollano i Verdi, finiti al momento sotto la soglia di sbarramento del 4%.

La palla ora passa allo stesso Kurz, che dovrà scegliere una riedizione della grande coalizione o allearsi con la destra dopo le elezioni austriache più partecipate degli ultimi anni. Il 31enne Kurz è stato il ministro degli Esteri del governo uscente ed è stato protagonista di uno spostamento del partito popolare Oevp talmente su posizioni reazionarie che gli sono valse il soprannome di “vero erede di Joerg Haider”, l’ex capo della destra estrema.Il punto principale della sua campagna per le elezioni in Austria è stata la politica anti profughi. il suo maggiore vanto è aver orchestrato il blocco dei confini austro-balcanico che ha causato la tragedia di Idomeni.

Elezioni Austria, Kurz entra nel club dei bellocci

Insomma, se la tendenza europea è la svolta a destra, a unire il globo è il successo dei politici bellocci. Sull’onda del successo del canadese Justin Trudeau, speranza del Nord America dopo la fine dell’era Obama soprattutto in termini di accoglienza, in Francia ha conquistato il potere Emmanuel Macron con il programma di En Marche. Nuovo nello stile e nei numeri, vecchio nel disprezzo per i lavoratori recentemente dimostrato dicendo «si trovino un lavoro» ai manifestanti di una fabbrica automobilistica. I paragoni tra Macron e Kurz sono improponibili in politica, lontanissimi sulla considerazione del ruolo dell’Europa: il francese ne ha fatto il cardine della sua campagna, Kurz ha costruito la sua ascesa rifiutando le istituzioni comunitarie.

Ora tocca a Matteo Renzi capire se il suo fascino resiste ancora o si è infranto di fronte al referendum costituzionale che ne ha segnato la fine dell’avventura da premier. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha ribadito che «è giusto che Renzi sia candidato del Pd», ma «difficilmente diventerà premier». Il fascino non basta…

Credits Images:

Da sinistra, i premier canadese (Trudeau) e francese (Macron), con il vincitore delle elezioni in Austria Sebastian Kurz