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Attualità

Referendum autonomia: in Lombardia favorito il Sì. Incognita astensionismo

Secondo un sondaggio Lorien Consulting, il fronte pro-autonomia vincerebbe con il 69% dei voti. Per Giancarlo Giorgetti della Lega, un’affluenza sotto il 60% penalizzerebbe il fronte del Sì

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Mancano ormai pochissimi giorni al referendum sull’autonomia che si terrà domenica in Lombardia e in Veneto. I sondaggi che vengono compulsati in queste ore non sono troppo rassicuranti per il fronte del Sì. Secondo Lorien Consulting, alle urne andrà il 42% degli aventi diritto, cui potrebbe aggiungersi un 15% di elettori ancora indecisi. Per la società, il Sì vincerebbe in maniera schiacciante con il 69% dei voti. La percentuale che più interessa, infatti, resta quella della partecipazione al voto. Secondo il numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti, se si recasse alle urne il 51% degli aventi diritto “il governo centrale non si metterebbe neanche in ascolto”, ragion per cui “un’affluenza sotto al 60% dovrà essere considerata una sconfitta”.

Referendum autonomia: al voto le “ricche” Lombardia e Veneto

Come già spiegato precedentemente, infatti, si tratta di un referendum consultivo, ininfluente quindi da un punto di vista legislativo. Insomma, se anche dovessero vincere i Sì, cioè coloro che chiedono una maggiore autonomia, le due regioni non si aggiungerebbero alle cinque che godono di uno statuto speciale.Detto questo, si tratta di un evento politico comunque importante. Innanzitutto, perché si sta parlando delle due regioni più ricche del Paese e poi perché all’appuntamento saranno chiamati oltre 11 milioni di elettori, 7,7 in Lombardia e 4 in Veneto. Se l’affluenza dovesse essere alta, il dato politico sarebbe comunque rilevante. Per il governo di Roma sarebbe difficile far finta di nulla.

Bassa partecipazione per il voto del 22 ottobre

Ma non è molto probabile che si registri un’alta partecipazione al voto. Data la natura consultiva dei referendum e, quindi, la bassa politicizzazione, è più che lecito aspettarsi che a recarsi alle urne saranno soprattutto gli elettori più motivati, in genere coloro che si riconoscono nelle ragioni dei movimenti e dei partiti che lo hanno indetto. Da qui la preoccupazione di Giorgetti e del fronte referendario che, però, può tirare un sospiro di sollievo per quanto riguarda la percentuale di cittadini informati dell’appuntamento elettorale: l’85% del campione sentito da Lorien Consulting ha detto di conoscere la data del referendum e il quesito sul quale sarà chiamato a esprimersi.