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Attualità

Sia, inclusione attiva per lottare contro la povertà

Il ministro del lavoro Poletti recupera un progetto del 2013: sussidi alle famiglie in cambio di adesione a progetti sociali e lavorativi

Il Sostegno per l’inclusione attiva, il cosiddetto Sia, avrà nuova vita. Lo strumento per la lotta contro la povertà elaborato nel 2013 dall’allora ministro del lavoro Enrico Giovannini e ripreso da Giuliano Poletti è pronto per una nuova sperimentazione: si tratta di un contributo medio di 320 euro mensili di cui godranno tra le 180 e le 220 mila famiglie in difficoltà.

COS’È IL SIA. Il Sia si potrà richiedere a partire dal 2 settembre, e si distinguerà da un comune sussidio di povertà perché l’erogazione dell’aiuto sarà subordinato all’impegno, da parte dei beneficiari, di partecipare a progetti sociali e lavorativi ad hoc. Il Sia verrà versato bimestralmente e darà diritto a 80 euro mensili per ogni membro del nucleo familiare interessato, fino a un massimo di 400 euro a famiglia; ad essere interessati dal sostegno saranno coloro che rispondono a determinati requisiti economici, e familiari (Isee inferiore o uguale a 3 mila euro e presenza in casa di un individuo “debole”, come un minore, un disabile, una donna incinta). A chi verrà ritenuto idoneo al Sia verrà proposto dunque un progetto sociale cui aderire, che fungerà da via verso l’uscita dalla povertà: si tratta non solo di impegnarsi per trovare una professione, ma anche del raggiungimento di obiettivi scolastici o sanitari.

PIANO CONTRO LA POVERTÀ. Secondo il ministro del lavoro Poletti, il Sia permetterà di intervenire in maniera più profonda per sostenere i cittadini vittima della povertà, non solo economica, ma anche educativa e alimentare. A distinguere infatti il Sia da sussidi di altro tipo è il basarsi su una scala di valutazione del bisogno che va oltre l’approccio categoriale, e prende in carico la vita delle persone basandosi su una conoscenza della realtà in cui queste vivono. Per il 2016 il budget stanziate per il Sostegno per l’inclusione attiva è pari a 750 milioni di euro, provenienti da fondi europei, nazionali e regionali; si punta, nel 2017, a farlo crescere fino a 1,5 miliardi, perché possa raggiungere il 100% dei minori in povertà assoluta (il Sia attuale, infatti, tocca solo il 40% delle famiglie); il progetto sarà solo la prima tappa del Piano nazionale di lotta alla povertà e all’esclusione sociale.