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Stretta Ue sulla privacy: Facebook e Google nel mirino

Bruxelles vuole aggiornare le regole sulla protezione dei dati anche alla luce dei nuovi social network. Due i capisaldi: il diritto all’oblio e il consenso informato

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Chi ha un profilo Facebook sa che, una volta iscritto, difficilmente potrà cancellare definitivamente i dati inseriti sul social network. Nonostante sia possibile cancellarsi definitivamente dal social network creato da Mark Zuckerberg, sparire completamente da Facebook è un’impresa: tutte le foto, i post, assieme a un’altra enorme quantità di dati di cui l’utente stesso ha perso memoria, rimbalzano da un profilo all’altro, finiscono nelle infinite maglie delle applicazioni e dei quiz, vengono prese da utenti ‘amici’ e postate altrove. Insomma, finiscono in un ginepraio virtuale da cui è molto complicato uscire. Per questo motivo, a 15 anni dalla direttiva sulla privacy, l’Unione europea vuole aggiornare le regole per stare al passo coi tempi . Gli oltre 500 milioni di utenti di Facebook, spiega Bruxelles, devono essere protetti proprio come i 500 milioni di cittadini europei. La nuova strategia della Commissione è la base per la normativa che intende approvare nel 2011 dopo aver consultato aziende e cittadini. Due i capisaldi: il ‘diritto all’oblio’ degli utenti, che devono poter scomparire da social network e motori di ricerca senza lasciare tracce, e il consenso informato, ovvero la consegna del potere sui propri dati personali nelle mani dei navigatori. Due punti che possono sembra ovvi, ma chi conosce Facebook, sa che non è così.Spesso nemmeno l’utente stesso non è a conoscenza di chi abbia utilizzato i suoi dati e per farci cosa. Ne ha perso traccia: proprio quello che Bruxelles vuole evitare, inserendo nella revisione della normativa sulla privacy del 1995, oltre alla clausola del ‘diritto all’oblio’ anche quella dell’obbligo al ‘consenso informato’, affinché gli utenti sappiano sempre chi ha in mano le loro informazioni personali.

Le Street View car di GoogleLa stretta sulla privacy arriva proprio nei giorni in cui Google è sotto accusa in diversi Stati Ue, compresa l’Italia, per il suo servizio di mappe dal vivo (Street View). Le auto di Google, infatti, acquisiscono immagini di luoghi e persone che poi finiranno online e sono accusate di aver raccolto dati sensibili di ogni tipo: dalle foto ‘indiscrete’ alle password catturate sulle reti wi-fi non protette, e ora i garanti della privacy di mezza Europa stanno indagando. In Gran Bretagna hanno già dato giudizio negativo, ma non hanno multato l’azienda. Ma le nuove regole europee in vista per il 2011 non sono garanzia di un vero cambiamento: intanto, ammettono gli esperti Ue, sarà difficile farle applicare dai giganti Usa del web. E poi rischiano di nascere già vecchie: le nuove tecnologie cambiano il panorama da un mese all’altro, mentre la Ue ha impiegato oltre 15 anni a rivedere la direttiva sulla privacy.