Connettiti con noi

Sostenibilità

La green economy vale 102 miliardi e 3 milioni di posti di lavoro

Un’azienda su quattro ha investito in innovazione ecologica dal 2008. E quest’anno sono stati richiesti quasi 300 mila nuovi green jobs

La green economy fa bene all’economia: stando al sesto rapporto GreenItaly 2015 di Fondazione Symbola e Unioncamere, promosso in collaborazione con il Conai, nel 2015 l’economia verde ha generato 102,497 miliardi di valore aggiunto creando quasi 3 milioni di posti di lavoro (2,9 milioni), pari al 13,2% del totale. “Puntando sul green non solo il made in Italy ha coniugato qualità, tradizioni, innovazione e competitività, ma ha aperto la via dell’economia circolare”, commenta il presidente di Fondazione Symbola Ermete Realacci. “Un nuovo modello di sviluppo che somiglia molto a quell’economia a misura d’uomo, che rifiuta lo scarto, attenta alla custodia della casa comune di cui parla Papa Francesco. Un’economia in cui un’Italia che fa l’Italia è già in campo, che è strategica anche per il Pianeta e può rappresentare il nostro contributo alla Cop21 di Parigi”.

Tra l’altro il modello green è un paradigma che sta prendendo sempre più piede: dal 2008 a oggi, nel settore industria e servizi il 24,5% delle aziende (372.000 unità) ha investito o investirà a breve in tecnologie green. E a giovarne non sarebbe solo l’ambiente. Le aziende che hanno investito in innovazione, ricerca e design si sono anche ritrovate più competitive sul piano internazionale: nel 18,9% dei casi esportano anche all’estero, contro la media del 10,7% di quelle che non investono nel verde. Una proporzione ancora più evidente nel settore della manifattura: il 43,4% contro il 25,5%. Ma la vera cartina tornasole è il fatturato: tra 2013 e 2014, quello delle imprese green è cresciuto del 19,6%, contro il 13,4% delle altre. “L’evoluzione ecosostenibile di una buona parte del nostro sistema produttivo è stata funzionale alla crescita della qualità delle nostre produzioni e della loro capacità competitiva”, evidenzia il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “E’ importante fare emergere con queste analisi l’Italia dell’innovazione che scommette sul futuro. Continuare a far crescere questo volto ‘verde’ della nostra economia vuol dire anche adoperarsi per creare un contesto più innovativo e competitivo. Le Camere di commercio sono già coinvolte su questo fronte e intendono moltiplicare il proprio impegno”.

LOMBARDIA IN TESTA. A livello geografico, la green economy è diffusa in tutta Italia ma trova la sua massima espressione al Nord. Solo in Lombardia, per esempio, si concentrano un quinto delle realtà imprenditoriali green, pari circa a 71.000 aziende. Seguono Veneto (34.770 imprese), Lazio (31.010), Emilia Romagna (30.710) e Campania (27.920). Infine, per quanto riguarda le professioni, le figure green più richieste sono: l’installatore di impianti termici a basso impatto, l’ingegnere energetico, il tecnico meccatronico, l’ecobrand manager, l’esperto di acquisti verdi, l’esperto in demolizione per il recupero dei materiali, l’esperto del restauro urbano storico, il serramentista sostenibile, l’esperto nella commercializzazione dei prodotti di riciclo, il programmatore delle risorse agroforestali.