La Csr – Corporate Social Responsibility – è un concetto tradotto in italiano come Responsabilità Sociale d’Impresa (Rsi). Nel Libro Verde della Commissione Europea,la responsabilità sociale è definita come «l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali e ambientali delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate».
La Csr va oltre il rispetto delle prescrizioni di legge e individua pratiche e comportamenti che un’impresa adotta su base volontaria, nella convinzione di ottenere dei risultati che possano arrecare benefici e vantaggi a se stessa e al contesto in cui opera. Si trova nell’ agenda dell’Unione Europea a partire dal Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000, dove è stata considerata come uno degli strumenti strategici per realizzare una società più competitiva e socialmente coesa e per modernizzare e rafforzare il modello sociale europeo.
La Corporate Social Responsibility (Csr) prevede una particolare attenzione ai rapporti con i propri portatori d’interesse (stakeholder): collaboratori, fornitori, clienti, partner, comunità e istituzioni locali, realizzando nei loro confronti azioni concrete. Ciò si traduce nell’adozione di una politica aziendale che sappia conciliare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali del territorio di riferimento, in un’ottica di sostenibilità futura.
Essere socialmente responsabili significa andare oltre il semplice rispetto della legge vigente, investendo di più nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con le parti interessate.
La Csr – Corporate Social Responsibility si articola in due dimensioni:
Interna: ricomprende la gestione delle risorse umane, la salute e la sicurezza sul lavoro, l’organizzazione aziendale, la gestione delle risorse naturali e degli effetti sull’ambiente;
Esterna: riguarda le comunità locali, i partner economici, i fornitori, i clienti, i consumatori, il rispetto dei diritti umani lungo tutta la filiera produttiva, e le preoccupazioni ambientali a livello mondiale.
La Csr è legata al concetto di “durata (nel tempo) dell’impresa”, al suo rapporto con tutti i soggetti economici, e non, con i quali interagisce e che possono condizionare la sua sopravvivenza (stakeholder). L’impresa potrà essere accreditata nella società civile dimostrando di essere un buon cittadino, ottenendo fiducia e venendo accettata come partner affidabile nelle relazioni commerciali.
Pertanto, per l’impresa la Corporate Social Responsibility non rappresenta solo un impegno economico ma una vera strategia che tiene conto, nelle scelte aziendali, di considerazioni etiche, sociali e ambientali.
L’unica cosa che conta, però, nella Corporate Social Responsibility (Csr) è fare sul serio. Non limitarsi a operazioni di pulizia della reputazione, ma investire seriamente in questo impegno. Perché garantisce risultati finanziari, come ha spiegato in cinque punti sul Guardian Georg Kell, il direttore esecutivo della United Nation Global Compact, l’agenzia internazionale delle Nazioni Unite che incentiva e accompagna le aziende a operare nel mercato in maniera sostenibile ed etica.
Come con il cambiamento tecnologico, la trasparenza è qualcosa di irreversibile. La tendenza a divulgare i propri risultati continuerà a crescere. Già oggi sono più di 5.000 le aziende che forniscono le proprie perfomance ambientali e sociali annuali, numero destinato a crescere.
Il crescente impatto delle aziende sulla società sta portando i cittadini e i consumatori ad aspettarsi che questo potere sia esercitato in modo responsabile. Così come i cittadini sono sempre più spesso scettici, organizzati e inclini a sfidare l’autorità, così le società dovranno aumentare la loro curva di apprendimento sulla costruzione della fiducia nei loro confronti.
Si prevede che i migliori investimenti possano essere fatti nei campi un tempo esclusivi del settore pubblico, dalla sanità, all’istruzione, alla gestione dell’ambiente. Oggi è di dominio pubblico che le risorse naturali sono finite e sotto stress. Quello che una volta era impensabile sta diventando realtà: l’acqua e anche l’aria hanno i cartellini dei prezzi. Solo le aziende che collaboreranno con gli scienziati, con la società civile e che mostrano di essere parte della soluzione avranno molta più visibilità.
Con la crescita economica che si sposta verso sud e verso est, gli investimenti esteri si concentrano sempre più sulla creazione e sull’accesso ai nuovi mercati, piuttosto che al loro semplice sfruttamento a basso costo. È di interesse per tutte le aziende superare barriere come l’impiego di personale non istruito, di sfruttamento eccessivo di risorse come acqua, energia e minerali.
Gli strumenti per impegnarsi nella sostenibilità aziendale sono abbondanti e in crescita. Iniziative, standard e consulenze sono in piena espansione a livello nazionale e globale. Il Global Compact delle Nazioni Unite si sta impegnando 8.000 aziende in più di 145 paesi in materia di diritti umani, standard di lavoro, ambiente e lotta alla corruzione. Molti altri stanno producendo risorse pratiche in settori chiave.
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