Celebre per aver tramandato la fama d’altri nelle sue Vite, pietra miliare della storiografia artistica, Giorgio Vasari fu in realtà anche architetto e pittore di talento. Quest’anno ricorre il cinquecentenario della sua nascita. Un anniversario celebrato in grande stile soprattutto dalle “sue” città, Firenze e Arezzo, tra mostre, conferenze e restauri, ma in alcuni casi tormentato da polemiche sulla conservazione delle sue opere, dalle infiltrazioni di umidità che minacciano La lapidazione di Santo Stefano conservata nella chiesa dedicata al santo a Pisa (serviranno almeno 70 mila euro per salvare il capolavoro) alla intricata vicenda della presunta vendita dell’archivio vasariano. Per celebrarne degnamente l’anniversario, abbiamo intervistato uno dei suoi più grandi esperti, Vittorio Sgarbi.
Pittore, architetto, storico dell’arte … chi era veramente Giorgio Vasari?
La sua era l’epoca degli uomini d’ordine, cioè di coloro che nel ‘500 hanno definito in maniera irrevocabile i canoni dell’arte e della letteratura. Potremmo dire che Vasari è per l’arte quello che Pietro Bembo è stato per la lingua italiana. Come la lingua italiana è andata definendosi attraverso il suo lungo cammino tra Petrarca e Boccaccio fino appunto a Pietro Bembo che le dedica i suoi testi, così l’arte italiana, che era cominciata con Giotto, arriva a Michelangelo e trova in Vasari un sistematore, l’autore di una grande opera di ordinamento.
Perché a distanza di cinque secoli la sua figura è ancora importante e vale la pena leggere le sue Vite?
Innanzitutto per molti artisti lui è stato un testimone, per così dire, di prima mano. Ha avuto possibilità di vedere e conoscere direttamente persone e avvenimenti importanti dell’epoca ed è quindi una fonte autorevole non solo sul piano della sistemazione ma anche dell’informazione. Poi dietro la sua opera c’è la necessità di stabilire il primato dell’arte toscana, di sostenere la tesi di uno sviluppo dell’arte in chiave evoluzionistica, quindi di un suo perfezionamento da Giotto a Michelangelo: le sue idee hanno determinato anche il nostro gusto, lo hanno indirizzato, orientato.
Quindi potremmo dire che sia stato il primo storico dell’arte?
In un certo senso sì. Se non il primo, di certo quello più ampio di vedute.
Quali opere consiglia di non perdere a chi vorrebbe conoscerlo?
Le opere più importanti di Vasari sono quelle che nascono dalle stagioni legate alla sua permanenza in diverse città. Le virtù realizzate a Venezia per Palazzo Corner Spinelli nell’arco di un anno, tra il 1540 e il 1541, sono certamente tra le sue opere più genuine. Un altro momento felice è quello trascorso a Bosco Marengo, in provincia di Alessandria, dove ha costruito un santuario per papa Pio V: sono opera sua sia la chiesa che le pale d’altare, in gran parte rimaste in situ. Poi a Palazzo Pitti, a Firenze, ci sono dei bellissimi dipinti, dove è particolarmente evidente la sua genuina pulsione manieristica, come omaggio appunto a Michelangelo.
C’è qualche sua opera poco conosciuta che meriterebbe invece di essere più apprezzata?
Sicuramente le piccole tavole realizzate per Bosco Marengo da lui e dalla sua scuola cui accennavo prima. Al momento sono tenute in una stanza della sacrestia, o comunque del prete della chiesa. Questo significa che normalmente non possono essere viste. Attendono di essere risistemate in un ambiente museale, che per altro è già stato predisposto, sempre a Bosco Marengo, e che sta per accoglierle.
Un paio di anni fa il nome di Vasari è salito agli onori delle cronache per la presunta vendita del suo famoso archivio a un oligarca russo, poi scomparso, per 150 milioni di euro. Da allora la questione è tornata più volte sulle pagine dei giornali, l’ultima a fine maggio, quando il Ministero dei Beni culturali ha annunciato uno stanziamento per il suo acquisto da parte dello Stato. Sarà la fine di questa “odissea”?
L’ho già detto allora e lo ripeto: quella era una bufala, uno scherzo, un pesce d’aprile. Ho conosciuto il proprietario dell’archivio, ai tempi l’avevo valutato circa 2 miliardi di lire e il suo valore da allora non è cresciuto in maniera così significativa. Inoltre le carte sono state convenientemente sottoposte dalla Sovrintendenza archivistica non solo al vincolo di interesse storico, che implica la prelazione dello Stato in caso di vendita, ma anche al vincolo di pertinenza che lega i beni ai luoghi in cui si trovano. Che senso avrebbe acquistare un archivio che non può essere spostato da dove si trova? Un eventuale acquirente, italiano o straniero che sia, non ne trarrebbe nessun vantaggio. In questo senso non c’è bisogno di alcun “salvataggio”. Tutt’altro discorso sarebbe invece se lo Stato lo acquistasse con l’intento di riordinarlo e aprirlo al pubblico.
Ampliamo un po’ il discorso. Si parla spesso della potenzialità inespresse del nostro patrimonio artistico. Quali dovrebbero essere secondo lei le prime mosse per una sua reale valorizzazione?
Sarebbero così tante che è impossibile dare una regola. Il patrimonio artistico italiano è in alcuni casi conservato in modo eccellente, mentre in altri è in totale abbandono. Dipende molto da situazione a situazione, non c’è un unico metodo da applicare per raggiungere un buon risultato.
Possiamo almeno fare un esempio in positivo e uno in negativo?
Il restauro degli affreschi di Piero della Francesca ad Arezzo è certamente la testimonianza di un intervento positivo. In negativo direi l’Ara Pacis a Roma: è stata affidata alle mani di un architetto che ha violato le regole elementari della tutela costruendo una specie di pompa della benzina o di garage multipiano per contenerla. Il risultato è devastante.
L’Assunzione della Vergine vola Oltreoceano | |
Dopo il restauro “in vetrina” presso il Comune di Arezzo, l’Assunzione della Vergine di Vasari (1539), comunemente detta Pala di Monte Sansavino, volerà oltreoceano. Il progetto, presentato a Milano la prima settimana del mese in concomitanza con la proiezione della video art realizzata con le riprese del restauro, prevede una prima tappa a Boston nei mesi di ottobre e novembre e una seconda a Miami fino a gennaio 2012. L’idea, prodotta dalla Ilaria Niccolini Production in collaborazione con le istituzioni, è quella di realizzare un’iniziativa internazionale dedicata non solo all’opera pittorica di Vasari, ma anche e soprattutto alla sua attività di critico, che tratti l’argomento da un punto di vista storico-scientifico, ma anche attraverso una performance videoartistica. |
LE OPERE DA NON PERDERE● Gli Uffizi e i numerosi dipinti esposti nella Galleria (Firenze)● I dipinti a Palazzo Pitti, sempre a Firenze● Le virtù dipinte per Palazzo Corner Spinelli a Venezia● La chiesa di Santa Croce a Bosco Marengo (Al) e le tavole per essa realizzate● La Cena di S. Gregorio esposta alla Pinacoteca Nazionale di Bologna● L’Assunzione della Vergine comunemente detta Pala di Monte Sansavino, Chiesa di Sant’Agostino in Monte San Savino (Ar)
LA VITA | |
Nato ad Arezzo il 30 luglio 1511 da Antonio Vasari e Maddalena Tacci, Giorgio Vasari è stato pittore, architetto e storico dell’arte. Dalla formazione artistica composita – basata sul primo manierismo, su Michelangelo, su Raffaello e sulla cultura veneta – come architetto fu la figura chiave delle iniziative promosse da Cosimo I de’ Medici, contribuendo a grandi cantieri a Firenze e in Toscana, tra cui spiccano gli Uffizi e la ristrutturazione di palazzo Vecchio. La sua fama è oggi legata soprattutto al trattato delle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri, una pietra miliare della storiografia artistica, pubblicato nel 1550 e riedito con aggiunte nel 1568. Morì a Firenze il 27 giugno 1574. |
IN MOSTRA |
FIRENZE |
Vasari, gli Uffizi, e il DucaDal 14 giugno al 30 ottobre 2011Galleria degli UffiziOggetto della mostra è la fondazione degli Uffizi:risultato di una stretta collaborazione tra il Duca, Cosimo I de’ Medici, e Vasari, suo artista prediletto. www.uffizi.firenze.it/mostre |
AREZZO |
Giorgio Vasari Disegnatore e Pittore 1511- 1574. Istudio, diligenza et amorevole faticaDal 27 agosto all’11 dicembre 2011Galleria Comunale di Arte Contemporanea di ArezzoOltre 50 lavori di Vasari e 10 dei contemporanei riunite secondo un andamento cronologico per ripercorrere le vicende salienti e l’evoluzione stilistica di Vasari. www.comune.arezzo.it Svegliando l’animo di molti a belle imprese. Il primato dei Toscani nelle “Vite” del VasariDal 3 settembre 2011 al 9 gennaio 2012Sottochiesa della Basilica di San FrancescoL’esposizione ricostruisce il percorso dell’arte e dell’architettura da Cimabue a Michelangelo attraverso i protagonisti delle “Vite” del Vasari. www.comune.arezzo.it Giorgio Vasari: Santo è belloFino al 30 dicembre 2011Palazzo vescovileIn un’unica sequenza i celebri stendardi processionali del maestro aretino. www.diocesi.arezzo.it |