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Milleproroghe avaro per il cinema

Incentivi fiscali validi solo fino al 30 giugno. Niente da fare per il reintegro del Fondo Unico dello Spettacolo che rimane a 258 milioni di euro. In compenso, nessun aumento del prezzo del biglietto

Il decreto milleproroghe, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, è risultato veramente avaro di soddisfazioni per il mondo dello spettacolo in generale e del cinema in particolare, deludendo le attese di tutto il settore. Dopo mesi di trattative, tensioni e soprattutto promesse da parte del ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi, quanto ottenuto è veramente poco. Partiamo dal Fus. Per il Fondo Unico dello Spettacolo (che alimenta settori quali teatro, cinema, lirica, teatri di posa e danza) lo stanziamento previsto era stato tagliato da 460 a 258 milioni di euro; si puntava sul decreto milleproroghe per ottenere almeno un parziale reintegro del fondo. Niente di fatto; il provvedimento è stato stralciato e la cifra per l’anno prossimo rimarrà di 258 milioni. La decisione ha fatto dichiarare al vicepresidente Agis (Associazione generale dello spettacolo), Maurizio Roi: «Con queste risorse si decreta semplicemente la morte dello spettacolo: fondazioni liriche, teatri pubblici e privati, compagnie. Come Agis, però, non intendiamo arrenderci e pertanto ci attiveremo subito per individuare le più efficaci e urgenti iniziative comuni». Il cinema, poi, attendeva da tempo il tanto sospirato rinnovo degli incentivi fiscali, quel tax credit (credito di imposta) e tax shelter (detassazione degli utili investiti nel cinema) che in questi mesi avevano ridato linfa vitale a tutto il settore e che erano in scadenza. Bondi più volte aveva promesso il suo impegno per il rinnovo triennale di queste misure fiscali. Nella prima bozza del decreto milleproroghe, in effetti, si parlava di questo rinnovo; alla fine, però, è arrivata la doccia fredda: tax credit e tax shelter sono stati prorogati ma solo fino al 30 giugno 2011, troppo poco per le esigenze di un’industria. In una nota ufficiale, l’Anica (la “Confindustria” dell’audiovisivo) ha espresso il suo disappunto per il mancato rinnovo triennale del tax credit, «provvedimento che è stato cruciale per il grande successo che il cinema italiano sta conseguendo ma che, ove venisse meno, ne segnerebbe la fine». L’associazione delle imprese cinematografiche ha affermato anche: «Vogliamo tuttavia intendere la proroga di sei mesi (in sé inefficace) come un segno dell’intenzione di trovare soluzioni definitive e concordate, che includano il tema del Fus-cinema. Per questo è imperativo che il Ministro convochi tutte le parti interessate, con la massima urgenza, per un confronto concreto che porti a un rapido e organico risultato. L’Anica è già pronta, con sue proposte operative». La giornata di ieri ha vissuto momenti di autentico thrilling relativamente all’ipotesi che nel decreto venisse confermato quanto previsto dalla bozza del”milleproroghe”, ovvero l’aumento di un euro del biglietto cinematografico per garantire parte della copertura finanziaria richiesta da tax credit e tax shelter; al termine della discussione, il provvedimento è stato eliminato dal testo finale, recependo la netta opposizione di parte del mondo cinematografico.

Credits Images:

Il ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi