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J.R.R. Tolkien, Il Signore del Fantasy

Nel gennaio di 125 anni fa nasceva il creatore dell’epopea de ‘Il Signore degli Anelli’, destinata a diventare un successo editoriale e cinematografico. Oltre mezzo secolo dopo la sua pubblicazione, la trilogia resta una pietra miliare che ha segnato la strada delle saghe moderne, da Harry Potter a Il Trono di spade

Da un lato scenari mitici e quasi surreali popolati da fate, elfi, folletti, gnomi e draghi alati, lontani dal progresso industriale e tecnologico. Dall’altro un mondo che, seppur avulso da qualsiasi dimensione spazio-temporale, è intrinsecamente legato a una realtà fortemente oggettiva: un’esistenza quotidiana dilaniata dall’eterna lotta tra il Bene e il Male, dove ideali come amicizia, lealtà e umiltà sono contrapposti all’avidità e alla brama di potere. E nella quale la leadership impone la rinuncia alla felicità personale in nome del benessere e dell’armonia collettiva. Secondo diversi critici letterari, filosofi e autori contemporanei, sarebbe da ricercarsi in questa visione dicotomica la ragione del successo delle saghe di John Ronald Reuel Tolkien, capace di descrivere la vita tanto nella sua dimensione fiabesca quanto nei suoi lati oscuri, riuscendo ad appassionare schiere affollate di lettori in tutto il mondo.In base a una classifica stilata dallo scrittore James Chapman sui libri più letti degli ultimi cinquant’anni, Il Signore degli Anelli si posiziona al quarto posto, con più di 103 milioni di copie vendute, dopo La Bibbia (3,9 miliardi), Citazioni delle opere di Mao Tse-Tung (820 milioni) e Harry Potter e la pietra filosofale (400 milioni). Entrambe le trasposizioni cinematografiche delle trilogie tolkieniane dirette da Peter Jackson – oltre a quella già citata, pluripremiata agli Academy Awards con 17 statuette, c’è anche la successiva The Hobbit – hanno incassato circa tre miliardi di dollari ciascuna a livello mondiale. E sapevate che alla fervida mente da cui presero forma creature come Frodo, Aragorn, Gandalf e Gollum è intitolato un cratere su Mercurio? Allo stesso modo, i Colles di Titano hanno i nomi di molti suoi personaggi, mentre i Montes di tale pianeta sono dedicati a vette e montagne della Terra di Mezzo. Tutto il 2017 sarà ricco di anniversari commemorativi legati alla figura tutt’altro che monolitica e priva di sfumature di questo filologo: da quello della nascita, avvenuta 125 anni fa, alla prima pubblicazione di The Hobbit (nel 1937) fino alla prima edizione italiana de La Compagnia dell’Anello, datata 1967.

125 ANNI DI TOLKIEN, LE DATE

VITA DA ROMANZODocente universitario di Lingua e letteratura inglese e autore di romanzi ispirati a una letteratura fantastica – la cui matrice è da ricercarsi, prevalentemente, nella ricca e sfaccettata mitologia celtica – Tolkien fin dagli anni ’60-’70 ha scatenato dibattiti politici, a destra e a sinistra, attorno alle strategie interpretative delle sue opere. Biografi come Humphrey Carpenter e saggisti del calibro di Stratford Caldecott sono concordi nel riconoscere che il punto di partenza per capire e inquadrare l’opera tolkieniana risiede soprattutto nell’intensità spirituale e nella forza simbolica del suo messaggio profondamente cristiano. «Il Signore degli Anelli è fondamentalmente un’opera religiosa e cattolica», scrisse lo stesso autore in una lettera del 2 dicembre 1953, indirizzata al caro amico padre Robert Murray. «Dovrei essere sommamente grato per essere stato allevato (da quando avevo otto anni) in una fede che mi ha nutrito e mi ha insegnato tutto quel poco che so». Tanto che, fino alla fine dei suoi giorni, il romanziere cercò di frequentare assiduamente la messa, trovandola una fonte costante di forza e misericordia interiori.John Ronald Reuel Tolkien nacque nel 1892 a Bloemfontein, in Sudafrica, dove visse fino all’età di tre anni. Successivamente la madre Mabel riportò il primogenito e il figlio minore Hilary Arthur Reuel nella campagna inglese per motivi di salute: il piccolo John era piuttosto cagionevole. Il padre Arthur, rimasto a lavorare per la Bank of Africa, in espansione dopo la scoperta di miniere d’oro e di diamanti a sud del continente, morì prima di ricongiungersi alla famiglia. La madre, allora, trovò conforto nel cattolicesimo e si convertì a esso nel 1900, venendo isolata dal resto dei parenti, per lo più anglicani, battisti e unitariani. La donna fu costretta a trasferirsi in città, a Birmingham, dove, fu accolta da padre Francis Xavier Morgan, nella comunità religiosa detta Confederazione dell’Oratorio di san Filippo Neri. Da Mabel, che morì nel 1904 stremata dal diabete, il figlio maggiore ereditò l’amore per le antiche leggende, le fiabe e le lingue: negli anni avrebbe imparato il gotico e l’antico finnico, eccellendo in greco e latino, e proseguendo gli studi grazie ai brillanti risultati. A 21 anni il giovane Tolkien sposò Edith Bratt, di tre anni più grande di lui e anch’essa orfana: tra i due era sbocciata, da subito, un’intesa umana molto forte. Per convolare a nozze con lei, John Ronald fu costretto a disobbedire, a malincuore, al volere di padre Morgan, diventato suo tutore, il quale non vedeva di buon occhio l’unione. E dovette opporsi anche a un altro pretendente che desiderava la mano di Edith. Su un unico aspetto, tuttavia, non poté transigere: la conversione alla fede cattolica dell’amata, che, in ogni caso, acconsentì a tale richiesta. La loro storia d’amore sarà al centro anche del biopic che sarà diretto prossimamente da James Strong e si intitolerà Middle Earth.

1. J. R. R. TOLKIEN. LA BIOGRAFIA Humphrey Carpenter Lindau, 2016

2. DIFENDERE LA TERRA DI MEZZO. SCRITTI SU J. R. R. TOLKIENWu Ming 4 Odoya Library, 2013

3. IL FUOCO SEGRETO. LA RICERCA SPIRITUALE DI J. R. R. TOLKIENStratford Caldecott Lindau 2008

Partito per il fronte come volontario, con il grado di sottotenente, durante la Prima Guerra Mondiale, il letterato sopravvisse in quanto fu rimpatriato a causa della febbre di trincea. Nel 1917 venne alla luce il suo primo figlio John e collaborò per un biennio alla stesura dell’Oxford English Dictionary. Nel 1920 nacque il secondo figlio Michael. Finito il conflitto, Tolkien proseguì la sua formazione culturale e ottenne il titolo di Master of Arts; due anni dopo, fu impiegato come docente di Lettere all’Università di Leeds. Successivamente, ebbe anche il suo terzo figlio Christopher, seguito, poi, da una femmina, Priscilla. Nel frattempo aveva conseguito una prestigiosa laurea all’Exeter College, a Oxford, dove, nel 1925, divenne professore di Filologia anglosassone. Lì, inoltre, formò il gruppo di lettura dei Kolbitár (Coalbiter, «Mangiacarbone») che si dedicava alle saghe islandesi e che negli anni ‘30 si fuse con un altro cenacolo di intellettuali, quello degli Inklings. Particolarmente importante fu la sua amicizia con C.S. Lewis, autore de Le cronache di Narnia, che abbracciò il cristianesimo proprio grazie all’evangelizzazione e alla testimonianza personale del “professore filologo”. A quest’ultimo, nel 1945, venne affidata la cattedra di Lingua inglese e letteratura medievale del Merton College, sempre a Oxford, dove insegnò fino al suo ritiro dall’attività didattica, nel 1959. Specializzato nel dialetto medievale dell’Inghilterra centro-occidentale (di cui era originaria la sua famiglia), Tolkien si dedicò anche alla traduzione e al commento di molti testi britannici antichi, tutt’oggi materia di studio nei principali atenei del Regno Unito, e continuò a inventare storie fantastiche per i suoi bambini e mitologie ancestrali dedicate alla sua terra. Alla fine degli anni ‘20, su un foglio bianco, scrisse: «In un buco nel terreno viveva uno hobbit…». Da lì alla formulazione di una corposa narrazione che aveva come protagonista la creatura omonima il passo fu davvero breve. Il volume uscì nel 1937 e riscosse grande successo, tanto che, su richiesta dell’editore, ne seguirono altre sviluppate attorno a un nucleo originario – quello della famosa “Terra di Mezzo” – che trovò massima espressione nella trilogia de Il Signore degli Anelli (La Compagnia dell’Anello, Le Due Torri e Il Ritorno del Re, composti a più riprese tra il 1937 e il 1949 e, all’inizio, distribuiti singolarmente tra il 1954 e il 1955): a oggi la saga è considerata la sua espressione letteraria più importante, tradotta in almeno 38 lingue con decine e decine di riedizioni in Europa e Oltreoceano. Nel 1961, il collega e amico C.S. Lewis segnalò Tolkien alla giuria del Premio Nobel per la Letteratura: fu, però, scartato, perché la sua scrittura venne definita «prosa di seconda categoria». Dopo Le avventure di Tom Bombadil (1962), una raccolta di versi dedicati a tale personaggio, l’autore riprese in mano l’opera mitopoietica Il Silmarillion, iniziata, in verità, già nel 1917. Avrebbe voluto pubblicarla insieme a Il Signore degli Anelli, senza trovare, tuttavia, un valido accordo con gli editori e senza riuscire nemmeno a concluderla successivamente. Grande amante della natura, Tolkien trascorse gli ultimi periodi della sua vita nella città costiera di Bournemouth dove, infine, morì, a 81 anni, il 2 settembre del 1973, un anno dopo essere stato investito da Buckingham Palace del titolo di Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico per i servizi resi alla letteratura inglese. Come annunciato di recente, quest’anno uscirà, postumo, l’inedito Beren and Lúthien, i cui personaggi – rispettivamente, un uomo e una creatura femminile elfica – protagonisti di una storia d’amore fantasy, erano già presenti ne Il Silmarillion. Si tratta di uno dei testi a cui J. R. R. Tolkien era maggiormente legato, tanto da far scolpire tali nomi sulle lapidi nel cimitero di Wolvercote, nei sobborghi di Oxford, dove lui e la consorte riposano tuttora. «Dal destino amaro furono separati/E vagarono a lungo per monti e pendici», recitava il canto originario da cui, poi, prese le mosse il racconto compiuto. E concludeva: «(…) Un giorno luminoso si ritrovaron felici/Ed assieme partiron, amati e infine uniti/Attraverso boschi e campagne fioriti».

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Un momento di relax per The Professor al Merton College, dove insegnò Lingua inglese e letteratura medievale fino al suo ritiro nel 1959
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