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Parziale liberalizzazione dei prezzi su Booking.com

Il sito e le altre società appartenenti al gruppo Priceline hanno deciso di rivedere la clausola Most Favoured nation, al centro dell’istruttoria dell’Antitrust

Il pressing esercitato in questi mesi ha portato i suoi frutti. In seguito all’istruttoria del 7 maggio avviata dall’Antitrust, le società appartenenti al gruppo Priceline, ossia Expedia, Booking.com, Booking.com Italia ed Expedia Italy, hanno deciso di scegliere la strada del compromesso annunciando una prima (parziale) liberalizzazione delle tariffe. Priceline ha infatti deciso di rivedere la tanto contestata clausola Most favoured nation (Mfn), in forza della quale hotel e alberghi non potevano prevedere, online e offline, tariffe inferiori a quelle indicate su Booking.com o Expedia. Che, di conseguenza, risultavano le più vantaggiose sul mercato.

Da oggi, invece, sarà possibile concordare prezzi differenti con altri siti di agenzie online. Resta invece il divieto di praticare ulteriori sconti, rispetto a quelli previsti su Booking.com, sui canali online e offline delle stesse strutture alberghiere. Nella nota ufficiale, infatti, si legge che il Mfn sarà applicabile «esclusivamente ai prezzi e alle altre condizioni pubblicamente offerte dagli hotel attraverso i propri canali di vendita diretta, sia online sia offline, e non più sui prezzi proposti su altre Online travel agencies (Ota)». Per Booking.com si tratta del «miglior compromesso possibile». Le proposte di modifica sono state pubblicate sul Bollettino settimanale dell’Agcom: il procedimento di valutazione si concluderà entro il 1 aprile.