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Donne violate, bisogna cambiare la cultura degli uomini

In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne i dati sull’aumento di un fenomeno che anche in Italia continua a far vittime. La presa di posizione del ministro Severino

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Una donna è tale 365 giorni l’anno. Un uomo che si possa definire tale non dovrebbe macchiarsi di alcun tipo di violenza contro donne 365 giorni l’anno. Eppure così non è, non ancora. Anzi, gli ultimi dati testimoniano di un aumento delle violenze contro le donne proprio là dove le donne dovrebbero sentirsi maggiormente al sicuro: all’interno di rapporti sentimentali. Secondo le anticipazioni dei dati 2012 di Telefono Rosa, diffusi proprio alla vigilia della Giornata contro la violenza alle donne, che si celebra ogni anno il 25 novembre, questo tipo di abusi ha raggiunto l’85% di tutte le violenze, il 3% in più del 2011. Questo dato, secondo l’associazione «dimostra l’urgenza di ripartire dalle relazione donna-uomo, proprio gli uomini inizino davvero a farsi carico di questa vera e propria tragedia».

Che per sconfiggere la violenza contro le donne sia necessario coinvolgere gli uomini è il pensiero anche del ministro della Giustizia, Paola Severino, intervenuta a UnoMattina su Rai Uno. «Il problema sociologico della violenza sulle donne – ha osservato il ministro – non riguarda le donne, visto che tutte le fasce di donne sono colpite, ma riguarda la cultura degli uomini, una cultura che si radica nel senso del possesso. Invece bisogna creare una cultura dell’antiviolenza. Mariti, padri, fratelli, amanti che ritengono di dover possedere la loro donna, le creano attorno una specie di cerchio di fuoco, la allontanano dal resto della famiglia, la isolano, la amano in modo folle, malato, la picchiano. E la donna non reagisce, perché non è supportata, è isolata, si vergogna e ritiene che l’amore possa vincere tutto. L’inasprimento delle pene – ha aggiunto il guardasigilli – può essere un segnale importante, ma fondamentale è l’applicazione della pena. Le nostre leggi prevedono già aggravanti. Le norme le abbiamo, stiamo meglio di quanto si pensi».

Come possono le donne possono difendersi da tutta questa violenza, quindi? «Dobbiamo suggerire alle donne di restare sempre in contatto con i centri antiviolenza e le forze di polizia – ha sottolineato il ministro. Stiamo lavorando a banche dati, ne parlo spesso con il ministro Cancellieri e anche il ministro Fornero è attivata su questo fronte. Dobbiamo insegnare alle donne a costruire la prova della violenza subita, perchè spesso ciò che accade non è visibile, perché si tratta di minacce».

25 novembre: Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne

Istituita nel 1999 dall’Onu, la ricorrenza accende ogni anno i riflettori mondiali su un problema tanto diffuso, quanto dimenticato. Quello che l’Onu, nelle parole dell’allora segretario Kofi Annan, definì come “la violazione dei diritti umani più vergognosa. Che non conosce confini né geografia, cultura, povertà o ricchezza”.