In primavera scadrà il suo mandato, ma lui si dice pronto a proseguire: «Sto in Unipol da 33 anni, non mi vedrei in altre aziende». A monopolizzare l’attenzione negli ultimi mesi è stata la fusione tra Unipol e UnipolSai. Quest’anno il Gruppo presenterà il nuovo piano industriale che, secondo Carlo Cimbri, «deve continuare a promettere ciò che è in grado di mantenere: crescere e fare più utili».
Future acquisizioni? Il manager non le vede imminenti in Italia, dove Unipol e Generali si sono divise il mercato, né in Europa. Il 2025 vedrà anche archiviare lo smartworking per le 12.400 persone che lavorano in Unipol. Per Cimbri, infatti, «il lavoro è fatto di tecnologia, ma anche di relazioni umane».
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