Acqua Web Verde Sole Bambini Il futuro in 5 parole

Verde, sole, web, acqua e bambini sono i vocaboli d’oro che guideranno gli affari di domani. Dalle start up che operano nel campo dell’energia pulita alle dot.com per lo storage di dati

Esistono delle fasi storiche nelle quali alcune parole assumono un significato che va oltre il loro senso letterale. Soprattutto nel business. Ora siamo in uno di quei momenti. Abbiamo individuato cinque parole che più di altre trascineranno gli affari nei prossimi anni, parole che racchiudono sia una filosofia sia un’indicazione di dove indirizzare i propri sforzi e le proprie risorse. La più importante, quasi un mainstream di tutte le altre, è la parola “verde”. Il 33% delle imprese italiane, tanto per dare qualche numero, adotta politiche “verdi” all’interno dei propri processi produttivi; il 20% ha in programma di promuovere attività ecocompatibili e solo al 6% non importa nulla del nuovo trend. I dati sono della società di recruiting Robert Half Finance & Accounting secondo la quale la prima preoccupazione verde delle aziende riguarda l’utilizzo di energia pulita e una maggiore efficienza di quella che si consuma. Abbiamo raccolto le più interessanti iniziative di piccole, medie e grandi imprese per verificare come le cinque parole stanno orientando il business e per suggerire idee su come lanciare il proprio. Qui e ora.

Piccoli e verdi

Si parla troppo di progetti troppo grandi: enormi parchi eolici, gigantesche distese di pannelli solari che dovrebbero fornire energia a intere città. In realtà sotto la parole “verde” esistono centinaia se non migliaia di micro-business e sono proprio questi a far crescere nella coscienza delle persone che il verde è il concetto principe non solo della società, ma anche dell’economia prossima ventura. Uno slogan? Se economia sarà, sarà verde che non significa solo pulita ed ecocompatibile, ma soprattutto piccola. Di giganti verdi, insomma, ce ne saranno pochi. Ne è convinta Svetla Kibota, un’imprenditrice di 36 anni nata in Bulgaria ed emigrata a Newport Beach, California. Qui ha fondato Pomme Bébé, che si sta allargando negli States con il sistema del franchising. La business idea consiste in un bar per bambini poco più che poppanti che possono assaggiare liberamente qualsiasi tipo di verdura prodotta in modo rigorosamente biologico. Un bar vegetale per bambini. Non male. Ma anche a Forlì le idee non mancano. La cooperativa Formula Servizi ha mappato la città in diversi quadranti. Poi ha collegato i luoghi di lavoro e di residenza dei propri dipendenti che vengono prelevati a casa e riportati al domicilio alla fine del turno. Così riduce traffico, emissioni, tempo e denaro. Guadagnandoci, visto che lo stesso servizio lo offre ai clienti di grandi dimensioni con il problema di ottimizzare i percorsi casa-lavoro dei dipendenti. Poi ci sono le start up messe in piedi dagli ex smanettoni di Internet, sia perché la filosofia verde si collega idealmente a quella di Internet delle origini, sia perché il settore promette guadagni in progressione geometrica proprio come la rete al suo esordio. Elon Musk, uno dei creatori di PayPal, ha fondato Tesla Motors (auto elettriche per il mercato di massa) che ha attirato investimenti anche da Sergey Brin e Larry Page di Google, e Jeff Skoll, ex presidente di eBay; Shai Agassi, ex top manager della Sap ha creato Better Place che si occupa di installare colonnine per la ricarica delle macchine elettriche nei parcheggi israeliani dove le auto pubbliche (fornite dalla Renault) possono ricaricarsi; Vinod Khosla, ex venture capitalist, si è messo a finanziare solo aziende bio. Se avete idee eco (meglio ancora se eco.com) andate da lui.

Con il sole come socio

Sole significa energia. Energia pulita, per l’esattezza. Inutile dare qualsiasi cifra sulle potenzialità di crescita di questo settore perché i numeri sono tutti in difetto e dovrebbero essere aggiornati ora dopo ora, cioè al ritmo con il quale in tutto il mondo nascono imprese che utilizzano il sole come partner d’affari. Due di queste sono le veneziane B&C e Invent che hanno prodotto Tech Tile: una tegola solare modulare che consente di eliminare i collegamenti elettrici. Un parente stretto del sole, il vento, serve alla Sequoia Automation di Torino per creare energia. Ma non con le “solite” pale: il progetto “KiteGen – kite wind generator” riguarda, infatti, un prototipo per la generazione di energia elettrica attraverso lo sfruttamento dei venti costanti ad alte quote (1.000/1.500 metri) con l’uso di aquiloni. Ma non c’è dubbio che sono i pannelli solari “personalizzati” che daranno il turbo al business. Tanto è vero che anche in Italia si stanno moltiplicando, anche da parte di grandissimi gruppi, le iniziative tipo quella dell’americana GoGreenSolar.com, ovvero la vendita e l’installazione di piccoli pannelli che servono per sostituire parte del fabbisogno energetico di una casa con elettricità prodotta dal sole. Tra le grandi aziende quella dalla quale non ci si aspetterebbe nulla di nuovo su questo fronte è Trenitalia che, invece, ha un progetto, chiamato Pvtrain, che prevede la realizzazione di un treno che utilizza pannelli fotovoltaici per la produzione di energia. Il futuro è l’integrazione di pannelli fotovoltaici negli oggetti d’arredo esterno. La Fotovolt di Gallarate (Va) li ha messi nelle pensiline, ma perché non farlo negli ombrelloni, nei gazebo o nelle tende da sole degli esercizi pubblici? Nicolas Cortolezzis li ha inseriti in una lampada da tavolo dell’Ikea. Altre idee?

Web alla portata di tutti

Pensavate che Internet fosse morto e che non fosse più in grado di generare idee brillanti? Sbagliato. Se si gratta un po’ la crosta delle opinioni comuni, si scopre che è più vivo che mai e che dà ancora molti spunti di business. Basta solo pensarci e provarci perché secondo molti siamo alla vigilia dell’ennesima rivoluzione della rete con il web 3.0: un insieme di tecnologie che abilitano meccanismi virtuali innovativi rispetto al web 2.0 che sono la base ideale per impiantare i business del futuro.

In Usa, per esempio, Scott Lang, ex golden boy della new economy, ha fondato la Silver Spring Networks, attraverso la quale fa circolare non più informazioni tra le aziende, ma energia pulita nel modo più efficiente possibile. Sempre in Usa c’è chi prova a mettere in crisi gli attuali mostri sacri della rete, come mamma.com, “la mamma di tutti i motori di ricerca” o, in Italia, tripshake.com, assistente virtuale per chi ha necessità di pianificare complicati viaggi per lavoro o per svago. Oppure, in Germania, Wuala.com, che permette di immagazzinare gratuitamente, con il meccanismo del peer to peer, enormi quantità di dati che sul proprio computer non troverebbero spazio. Un’idea semplice sta alla base di Dash.net: un navigatore con tecnologia Gps che dialoga con gli altri navigatori Dash. Se un navigatore Dash si muove molto lentamente in autostrada “capisce” che c’è una coda e lo comunica a tutti gli altri Dash nelle vicinanze. Oppure Fon.com: vende un router che consente di mettere in comune le reti wifi casalinghe degli utenti i quali ricevono in cambio la possibilità di accedere a Internet ovunque: dall’altra parte del mondo o nel parco sotto casa senza costosi abbonamenti. Ciò che però contraddistingue la nuova stagione delle dot.com è che si può diventare ancora ricchi, ma più lentamente di prima, come insegna il caso di Twitter.com: grande idea, grande successo, ma «Where is the cash?» si chiedeva Time.

Acqua sempre più “liquida”

Ogni anno ogni italiano beve 200 litri d’acqua imbottigliata contro gli appena 23 degli inglesi, che preferiscono quella del rubinetto. Anche per questo il business dell’oro bianco, da noi, non conosce periodi di stanca. In questo caso, il difficile è entrare in un business che più maturo non si può anche perché, a differenza dei raggi solari, la “materia prima” è scarsa e tutta di proprietà di qualcun altro. Quindi bisogna usare la fantasia. La Daliform di Pordenone con il suo progetto “Sorella acqua” ha lanciato, per esempio, dei casseri in polipropilene riciclato per la raccolta di acque meteoriche; soluzione che consente l’accumulo delle stesse in serbatoi a basso costo, con possibilità di utilizzo per irrigazione e come acque sanitarie. Ma nel settore idrico la tecnologia che ha ricevuto il plauso del Wall Street Journal è quella che permette di generare elettricità usando la differenza di temperatura tra acqua fredda e acqua calda. «Avrà potenzialità enormi» ha scritto il quotidiano della City. Si tratta di pezzetti di alluminio inseriti nell’acqua collegati a un termogeneratore costituito da bismuto e tellurio che si scambiano gli elettroni in seguito al contrasto di temperatura, creando energia. Dal parco dell’innovazione Tis dell’Alto Adige è già partito il termogeneratore per il primo impianto pilota che sarà costruito a Magonza in Germania. Dallo stesso Tis è nata l’idea di una neve tecnica che viene usata per i sorbetti in alcuni ristoranti. A quando una catena di gelaterie di neve fresca?

Bambini d’oro

Questa parola sarà sempre più associata a un’altra parola: giocattoli. Il connubio crea risultati sorprendenti. Per esempio HappyMais, un progetto Ecotoys, che consiste in giocattoli completamente biodegradabili, realizzati utilizzando un nuovo materiale a base di amido di mais e coloranti di tipo alimentare. In Francia la Carton Chic sta andando forte con giocattoli di cartone mentre molti money-maker bruciati dalla crisi finanziaria americana si stanno riciclando come consulenti per le neo mamme e i neo papà che vogliono assicurare una pensione ai neonati. Così come sempre maggiore importanza hanno seminari, corsi, iniziative che puntano a far capire alle aziende chi sono e come si comportano i consumatori del futuro. Chiunque abbia un’impresa o diriga un’azienda sappia che i poppanti di oggi saranno i clienti di domani.

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