Cinquanta miliardi sulla carta. Nelle disponibilità del ministero del Tesoro, gestiti da Cassa Depositi e Prestiti. Si chiama Patrimonio Rilancio ed è lo strumento di politica industriale ideato dal secondo governo Conte per sostenere le imprese ritenute strategiche all’interno di filiere cruciali per lo sviluppo economico del Paese. Interventi pubblici costruiti tramite la sottoscrizione di capitale sociale o obbligazioni, e rivolti a società per azioni con sede in Italia e con un fatturato superiore a 50 milioni. Le operazioni possono essere realizzate sia a condizioni di mercato, sia a condizioni agevolate nell’ambito del Temporary Framework europeo alla voce «Aiuti di Stato», con un rimborso dell’80% delle spese.
Possono fare richiesta le aziende di interesse nazionale operanti in un settore strategico che presentano due degli ultimi tre bilanci di esercizio in utile, approvati e assoggettati a revisione legale, e l’ultimo di tali bilanci deve essere stato chiuso entro i 18 mesi dalla data della richiesta di intervento. Le aziende, inoltre, non devono trovarsi in situazione di difficoltà alla data di richiesta ed erogazione dell’intervento e non devono essere a partecipazione pubblica. E, infine, non devono presentare in Centrale Rischi segnalazioni di «sofferenza a sistema» e un rapporto superiore al 20% tra «totale sconfinamenti per cassa» e «totale operativo per cassa».
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