Così i soldi creano ansia soprattutto a chi ne possiede molti

Gratificazione, speranza, tranquillità, ma anche sensi di colpa, frustrazione e persino vergogna: Hype fotografa le emozioni dei soldi (e chi è più ricco vive "peggio")

Hype e Ipsos hanno svolto un'indagine che mette in luce tutte le emozioni legate ai soldi© Shutterstock

E se a provare i sentimenti più sconfortanti in merito al denaro fossero le persone che ne hanno di più? Può sembrare un paradosso, ma è proprio ciò che emerge da una recente ricerca della neobank italiana Hype, che ha realizzato un’indagine sulle emozioni dei soldi in collaborazione con Ipsos, coinvolgendo la propria customer base.

Il quadro del sentiment relativo al denaro è molto più interessante di quanto si possa pensare. Per l’indagine in questione Hype e Ipsos hanno raccolto i dati di oltre 4.000 persone dai 18 ai 65 anni, con posizioni economiche estremamente differenti, ma una cosa è chiara: tendenzialmente tutti i risparmiatori danno molta rilevanza ai soldi e alla ricchezza. Vista questa rilevanza, però, quali sono le emozioni che prevalgono?

Come emerge dal grafico, tendenzialmente prevalgono le emozioni positive: il 56% degli intervistati parla di tranquillità, il 54% di gratificazione, mentre il 51% si ritiene speranzoso. Non manca però l’ansia (32%) e, per altro, Hype e Ipsos hanno rilevato che quest’ultima emozione prevale soprattutto nelle donne (45% vs 27%), insieme alla frustrazione (24% vs 14%) e al senso di colpa (15% vs 9%).

Hype e Ipsos hanno raccolto dati sulle emozioni e sui valori legati al denaro e la percezione del benessere economico

Ma non è tutto qui, perché come dicevamo all’inizio ansia, frustrazione e vergogna aumentano in chi vive in una situazione economicamente agiata rispetto a chi vive con alcune o molte difficoltà. In particolare, l’ansia raggiunge il 70% tra chi è agiato contro meno del 50% tra chi ha alcune difficoltà e, persino, rispetto a un 30% tra chi ha molte difficoltà.

A fare la differenza, in questo senso, sono probabilmente le associazioni tra soldi e valori: le convinzioni più diffuse coniugano il denaro a indipendenza (55%), benessere (48%) e autonomia (46%), oltre che al successo e al potere (prevalentemente negli uomini). Il fatto che l’agiatezza “garantisca” tutti questi valori è sicuramente una leva potente, che può rendere più insicuro e, per l’appunto, ansioso, chi è benestante per via della paura di perdere ciò che ha.

Va anche sottolineato che Hype e Ipsos ha rilevato il peso di un fenomeno sempre più diffuso, la money dysmorphia o dismorfia monetaria. Quest’ultima non è altro che una distorsione cognitiva che porta le persone a un’errata percezione della propria situazione economica.

Questa errata percezione influenza i comportamenti finanziari portando a prendere decisioni irrazionali che possono generare ansia, stress, insoddisfazione cronica e contribuire allo sviluppo di una vera e propria ossessione per la ricchezza, indipendentemente dalla reale condizione finanziaria.

I dati che emergono dalla ricerca di Hype e Ipsos sembrano confermare il dilagare di questo fenomeno:  il 57% degli intervistati ritiene che i soldi siano una priorità, con i giovani tra 18 e 24 anni (72%) e tra i 25 e 34 anni (68%) che hanno mostrato le percentuali più alte.

Nonostante il 50% dei rispondenti abbia dichiarato di riuscire a vivere con tranquillità grazie al proprio reddito e il 7% in maniera agiata, il 61% ritiene che i soldi non siano mai abbastanza, con le due fasce più giovani sempre al comando (rispettivamente 75% e 68%).

Tra i 18-24 anni emerge la maggiore ossessione per la ricchezza (40%) rispetto alle altre fasce d’età, mentre la tendenza diminuisce con l’avanzare degli anni, arrivando al 3% per gli over 65. Gli uomini sono più ossessionati rispetto alle donne, con il 44% tra i 18-24 anni rispetto al 29% delle donne della stessa età.

Quali sono le conseguenze? La continua ricerca di una ricchezza esasperata può portare le persone a fare scelte rischiose e azzardate come l’overspending o, peggio ancora, intraprendere percorsi di investimenti senza il supporto di figure esperte.

© Riproduzione riservata