I primi sei mesi del 2024 confermano il rallentamento del mercato dell’arte dopo un 2023 di fisiologico assestamento a seguito di un 2022 da record. A livello globale il giro d’affari delle principali case d’asta – Christie’s, Sotheby’s e Phillips – ha registrato una contrazione a doppia cifra, caratterizzata da offerte in diminuzione e scelte dei collezionisti più conservative. Il settore fieristico, nonostante la vitalità ritrovata dopo la crisi pandemica e gli ottimi livelli di affluenza, conferma la cautela negli acquisti, soprattutto nei giorni successivi a quelli di apertura dedicati ai più importanti collezionisti.
Queste le principali evidenze emerse dalla presentazione del report Il mercato dell’arte e dei beni da collezione di Deloitte Private, che si è tenuta all’interno dell’Auditorium Deloitte a Roma. Nel corso dell’evento è stato analizzato l’andamento del mercato dell’arte nel 2023 e sono stati forniti i primi esiti del mercato del 2024, includendo una panoramica delle più importanti fiere internazionali e delle aste delle major.
“La domanda globale di collectibles ha rallentato soprattutto nella fascia alta del mercato e, in generale, negli ultimi mesi ha prevalso un atteggiamento di maggior prudenza, mentre l’onda di entusiasmo di fine pandemia, iniziata nel 2021 e concretizzatasi nel 2022, ha subito una inevitabile battuta d’arresto, con effetti anche sui prezzi medi dei lotti”, ha spiegato Ernesto Lanzillo, Partner e Leader di Deloitte Private Italia. “Tuttavia, i collezionisti continuano a dimostrare interesse per i beni di qualità nei comparti relativi ad arti visive, beni di lusso, gioielli, borse e design da collezione, il che ha consentito il mantenimento di livelli di fatturato comparabili nei due anni 2022 e 2023 depurandoli da impatti non ricorrenti connessi a importanti vendite di collezioni private”.
Mercato dell’arte: l’analisi di Deloitte
Nel primo semestre di quest’anno le principali case d’asta hanno ridimensionato i loro volumi d’affari, registrando un calo medio di circa il 28%. In generale, sebbene la proposta a catalogo si confermi di qualità, le offerte sono in diminuzione e le scelte dei collezionisti risultano più conservative. Questa tendenza si aggiunge alla costante ricerca, da parte dei collezionisti, di opere di giovani artisti con potenziale di crescita per il futuro, che porta ad acquistare anche nelle gallerie più giovani. Il trend di rallentamento conferma quanto già registrato per il 2023, quando il calo dei fatturati era stato del 18% rispetto al 2022, guidato dal segmento pittura (-26,8%). L’interesse per i Passion Assets aveva invece mitigato la decrescita totale, che era stata del 5,4% rispetto al 2022. Escludendo le vendite delle collezioni private avvenute nel 2022 e 2023, la diminuzione annua del fatturato per il 2023 sarebbe stata solo del 3%.
Gen Z e Millennial sempre più attivi sul mercato
“Uno dei trend più interessanti emersi dal report di quest’anno è quello della crescita dei nuovi acquirenti tra le generazioni più giovani, soprattutto under 40, che continuano a trainare la domanda come diretta conseguenza della digitalizzazione e delle strategie di espansione delle principali major”, ha commentato Barbara Tagliaferri, Partner e Art&Finance Coordinator di Deloitte Italia. “I nuovi acquirenti hanno determinato, negli ultimi anni, una crescente attenzione per alcuni artisti millennial ultra-contemporanei, nonché per i beni della categoria del lusso, tra cui design, borse e gioielli”. Christie’s ha registrato un +35% di nuovi clienti, di cui oltre un terzo è costituito da Millennial. Anche Sotheby’s e Phillips dichiarano che del 40% di nuovi offerenti un terzo è costituito dalla generazione dei Millennial.
Le opere più richieste
Le opere d’arte contemporanea hanno perso le prime posizioni tra i top lot a favore di artisti più storicizzati e con quotazioni stabili. Tuttavia, nel 2023, artisti under 40, soprattutto donne e africani, hanno ottenuto ottimi risultati, spesso superando le quotazioni di autori storicizzati. Inoltre, c’è un crescente interesse per giovani talenti di arte ultra-contemporanea, millennial noti per la loro pittura figurativa e colorata, ideale per essere postata sui social media.
Si conferma l’interesse per i Passion Assets e per il Lusso
Tra i trend più interessanti del 2023 e confermatosi anche nei primi sei mesi del 2024 emerge il grande progresso per i comparti del lusso, tra cui in particolare design da collezione e orologi. Beni che possono risultare di più semplice comprensione rispetto all’arte, in primis l’arte contemporanea, soprattutto per nuovi acquirenti nel settore dei Passion Assets. Il settore dei beni di lusso continua, infatti, a registrare record e rappresenta una porta d’ingresso per nuovi potenziali clienti, come dimostrano i risultati delle major e in particolare di Phillips, che ha registrato il tutto venduto nelle aste online dedicate agli orologi e una crescita del 45% per le aste di design. Mentre il 2023 ha confermato lo stallo per gli Nft e cryptoarte in asta.
Le piazze più importanti
Gli Stati Uniti, con New York, restano il mercato più attivo grazie a una forte e stabile domanda locale, supportata dalla più grande base di individui con elevato patrimonio e una solida infrastruttura culturale. La domanda di beni da collezione in Asia è rimasta sostenuta, nonostante le complessità dovute alla pandemia, con Hong Kong al centro degli investimenti delle major. Londra ha perso terreno, mentre Parigi ha guadagnato spazio grazie ai significativi investimenti di gallerie e fiere internazionali.
I limiti del mercato italiano dell’arte
Il mercato dell’arte in Italia pare, invece, ostacolato da paletti normativi e fiscali. “Se non ci saranno interventi correttivi, rischiamo danni occupazionali e delocalizzazioni”, ha avvertito Alessandra Di Castro, presidente del Gruppo Apollo, Associazione che rappresenta l’industria dell’arte in Italia e riunisce le principali case d’asta, antiquari, gallerie di arte moderna e contemporanea e imprese della logistica. “Nel nostro Paese l’Iva è al 22%. In Germania e Francia la percentuale scende al 7 e al 5,5%. Inoltre, l’aliquota del 10% sull’importazione di beni d’arte, la più alta in Europa, scoraggia gli operatori dall’importare opere attraverso le dogane italiane. Nonostante alcune riforme, l’Italia è ancora lontana dagli standard europei. Sono quindi necessarie migliorie nella riduzione dell’Iva e in un sistema più innovativo di incentivi fiscali per l’arte. Tutelare il patrimonio culturale significa anche proteggere gli operatori e le gallerie d’arte e tutto l’indotto, sia diretto sia indiretto, basti pensare alle prospettive lavorative per gli studenti delle accademie, dei giovani artisti e le ricadute positive che tutto il comparto può apportare al sistema museale italiano. Il mercato dell’arte rappresenta un volano per il turismo e la cultura nazionale. Oggi l’Italia, nonostante il suo ricco patrimonio artistico, registra la diminuzione delle imprese attive nel settore, soprattutto per quanto riguarda le gallerie d’arte. Bisogna invertire questo trend senza ulteriori perdite di tempo”.
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