Le cifre che si spendono durante la bella stagione sono sempre più alte: i rincari estivi pesano sui portafogli degli italiani, che riscontrano aumenti di prezzo in praticamente tutti gli ambiti, dai trasporti all’intrattenimento. E se chi resta in città avverte già il contraccolpo, chi va in vacanza lo accusa in maniera molto più forte.
A restituire una panoramica accurata sono le associazioni in campo in difesa dei consumatori che, come spiega dettagliatamente Il Sole 24 Ore, hanno raccolto dati e monitorato le spese di un’ampia quantità di nuclei familiari. Come abbiamo già accennato, a fare particolarmente i conti con i rincari estivi è il 41,3% (+2,3% rispetto allo scorso anno) degli italiani, ovvero la percentuale di persone che opta per una vacanza.
Precisamente, secondo l’Onf (Osservatorio Nazionale Federconsumatori) il 52,7% di queste persone opterà per un soggiorno ridotto di 3-5 giorni per cercare di risparmiare, date le prospettive. Sì, perché in media una famiglia di quattro persone, composta da quattro adulti e due minori, spenderà circa 6,377 mila euro per una vacanza di una settimana in una località balneare (+10% rispetto allo scorso anno) o 4,678 mila euro per una vacanza in montagna (+4% rispetto al 2023).
Nel dettaglio, parte dei rincari riguarda i prezzi delle escursioni (+7% per chi va al mare e +11% in montagna), degli hotel (+14% al mare, +4% in montagna) e dei ristoranti (in media +6%, a prescindere dalla localita). Ma non è tutto qui, perché a crescere sono anche i le spese alle stazioni di servizio (+3%) e i costi dei pedaggi: per tratte oltre i 200 chilometri si registrano aumenti medi del +20%.
Ancora, secondo i dati di Federconsumatori si registrano aumenti del 5% per i costi di consumazioni al bar e dell’1% per chi opta per una serata al pub. A dire la sua è anche il Codacons, che sottolinea anche che i rincari dei voli arrivano anche a registrare un +13%, con addirittura un +24,4% sui voli nazionali.
Gli aumenti registrati su tutti i servizi turistici non sembrano trasparenti. Come spiega Michele Carrus, presidente di Federconsumatori, sulle pagine de Il Sole 24 Ore, è fondamentale che nel futuro le normative si evolvano per individuare le fattispecie e le modalità di determinazione dell’ingiusto profitto.
«Quelle che l’Onf ha rilevato – ha detto il presidente di Federconsumatori – sono percentuali totalmente ingiustificabili, sia perché non corrispondono in alcun modo all’aumento del costo della vita, che in Italia, ormai da mesi, è il più basso d’Europa, sia perché si somma agli aumenti enormi già rilevati durante la scorsa stagione estiva».
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