Antitrust Usa contro Visa: accusa di monopolio illegale nelle carte di debito

Secondo la denuncia depositata presso il tribunale distrettuale statunitense, il colosso finanziario ha represso la concorrenza minacciando i commercianti con commissioni elevate e pagando i potenziali rivali

L'Antitrust americana fa causa a Visa per monopolio sull'uso delle carte di debito© Shutterstock

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha citato in giudizio Visa, accusandola di monopolizzazione e altre condotte illecite. Secondo l’Antitrust Usa, quella che è una delle più grandi società leader dei pagamenti digitali starebbe creando un danno ingente lucrando sulle transazioni di debito, una parte importante del sistema finanziario statunitense.

Come si legge nel comunicato stampa rilasciato dal Dipartimento di Giustizia americano, «la condotta escludente e anticoncorrenziale di Visa compromette la scelta e l’innovazione nei pagamenti e impone costi enormi ai consumatori, ai commercianti e all’economia americana». Le autorità parlano di un supposto abuso e di un «potere, acquisito illegalmente, che consente di addebitare commissioni che superano di gran lunga quelle di un mercato competitivo».

Sempre secondo quanto si legge nell’accusa dell’Antitrust, la condotta illegale di Visa influisce non solo sul prezzo di un singolo prodotto, ma sul prezzo di quasi tutto: la società, infatti, gestisce oltre il 60% delle transazioni di addebito negli Stati Uniti, generando 7 miliardi di dollari all’anno in commissioni riscosse quando le transazioni vengono inoltrate attraverso la sua rete.

I sospetti dell’Antitrust americana sono nati nel 2021, quando l’autorità ha bloccato l’acquisizione da parte di Visa della società di tecnologia finanziaria Plaid. Dopo i primi accertamenti, il Dipartimento di Giustizia americano avrebbe in effetti scoperto che Visa protegge la sua posizione dominante attraverso accordi con emittenti di carte, commercianti e concorrenti.

Questi accordi penalizzano i clienti Visa che spostano le proprie transazioni verso una rete di debito diversa o che vogliono adottare un sistema di pagamento alternativo. Così facendo la società bloccherebbe di fatto il volume del debito, si isolerebbe dalla concorrenza e soffocherebbe i concorrenti più piccoli e con prezzi più bassi.

L’accusa sostiene anche che Visa abbia indotto e induca i potenziali concorrenti a diventare partner invece di entrare nel mercato come concorrenti, offrendo generosi incentivi monetari e minacciando commissioni aggiuntive punitive. In base a quanto accertato, l’operato di Visa ha portato a miliardi di dollari di commissioni aggiuntive imposte a consumatori e aziende americane e hanno rallentato l’innovazione nell’ecosistema dei pagamenti di debito.

I punti salienti della causa civile (di cui è possibile leggere il resoconto) saranno discussi nelle prossime settimane e, almeno per il momento, Visa non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali.

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