Arena, che aveva affidato la produzione degli occhialini da nuoto alla Cina, torna sui propri passi e accorcia la filiera riportandola in Emilia. Si tratta di una scelta fatta alla luce della nuova situazione geopolitica in atto. Nello specifico, si parla del modello The One Plus, che adesso verrà affidato alla Lar di Campogalliano, nel Modenese. L’azienda ha inaugurato un reparto dedicato ad Arena, con un investimento iniziale di 3 milioni di euro.
“Frammentare il rischio e accorciare la filiera è essenziale nel nuovo contesto geopolitico e l’Italia rappresenta per noi una risposta in termini di qualità, sostenibilità e affidabilità produttiva”, ha dichiarato Peter Graschi, Ceo di Arena.
Cosa prevede l’accordo con Lar
L’accordo prevede una fornitura esclusiva decennale per Arena, con una capacità iniziale di 600 mila occhialini da nuoto nel 2025, che saliranno a 2 milioni a regime, con un raddoppio degli impianti in Emilia. Rientra in una più ampia strategia di reindustrializzazione europea da parte del gruppo leader nella produzione di accessori per il nuoto, che ha chiuso il 2023 con 182 milioni di euro di fatturato, in crescita. È un’azienda in forte espansione negli Stati Uniti, oggi primo mercato davanti a Italia e Francia.
La scelta di tornare in Italia non è stata casuale, ma è ricaduta su un “impianto unico in Europa, che garantisce un trattamento anti-appannamento delle lenti due volte e mezzo più efficace rispetto alle tecnologie precedenti”, ha detto Gabriele Ferrini, il titolare di Lar. È un passo compiuto dopo due anni di progettazione congiunta di tecnologie e vernici per il trattamento anti-fog.
“Solo per Arena – ha spiegato Riccardo Monari, direttore dello stabilimento – lavorano oggi 30 persone su turni continui, in un reparto isolato e specializzato. Usiamo ultrasuoni, vernici ad alta viscosità e controlli laser a micron per garantire performance elevate e standard Iso”.
Lar, sotto la guida di Ferrini, ha iniziato un percorso di diversificazione industriale. L’obiettivo è arrivare a 80 milioni di euro di fatturato nel 2030. Oggi il 55% dei volumi è destinato al settore sport, il 20% alla chimica, il restante 25% è concentrato sulla produzione di occhiali.
“Il reshoring non è solo una questione di costi – ha specificato Peter Graschi – ma di capacità di reagire rapidamente ai mercati e di presidiare la qualità e il servizio ai clienti. Da questo punto di vista, il know-how italiano resta un asset competitivo decisivo”.
© Riproduzione riservata