Aumentano le imprese straniere in Italia: 140 mila in più negli ultimi 10 anni

A fine 2024, secondo gli ultimi dati disponibili, le imprese a guida straniera hanno raggiunto quota 670mila, segnando un balzo in avanti di oltre il 27% rispetto al 2014

Imprese straniere, in Italia +27% in 10 anni© Shutterstock

È un dato significativo, soprattutto se messo a confronto con la generale contrazione del tessuto imprenditoriale nazionale, quello che riguarda l’aumento delle imprese straniere in Italia: negli ultimi 10 anni, secondo i dati disponibili più recenti, le imprese straniere sono aumentate del 27% e hanno raggiunto quota 670mila, segnando un balzo in avanti di oltre il 27% rispetto al 2014.

Lo stesso periodo ha invece visto ridursi il numero complessivo delle imprese italiane: la vitalità del comparto straniero, in sostanza, si inserisce in un contesto economico complesso, caratterizzato da cicli recessivi, crisi settoriali e da una crescente difficoltà per le pmi autoctone. L’imprenditoria straniera in Italia non è più un fenomeno emergente o transitorio, ma rappresenta ormai un elemento strutturale dell’economia del Paese.

L’indagine Unioncamere

A fotografare questa evoluzione è Unioncamere che, in collaborazione con InfoCamere, ha elaborato i dati aggiornati al 31 dicembre 2024 attraverso l’analisi del Registro delle Imprese delle Camere di commercio. L’indagine si è concentrata sulle imprese in cui la partecipazione di persone nate all’estero risulta prevalente, considerando sia le quote societarie che le cariche ricoperte.  Il rapporto offre una visione ampia e dettagliata della presenza straniera nel panorama imprenditoriale italiano, evidenziando non solo la crescita numerica ma anche il consolidamento di queste realtà, che hanno sviluppato un forte radicamento territoriale, oltre che la capacità di costruire rapporti duraturi con le comunità locali e le filiere produttive.

L’analisi ha preso in esame la longevità delle imprese, i settori economici di riferimento, la distribuzione geografica e la componente femminile, con particolare attenzione alle imprese individuali e alla nazionalità dei titolari. Una su tre ha superato i dieci anni di attività, un segnale evidente di resilienza e integrazione nel mercato interno. In più, il rapporto sottolinea cme la crescita delle imprese straniere contribuisce a diversificare il tessuto economico nazionale e ad ampliare il perimetro delle attività imprenditoriali, spesso inserendosi in settori strategici come commercio, costruzioni e manifattura.

I risultati

Guardando ancor più nel dettaglio, dall’indagine emerge chiaramente come il commercio rappresenti ancora il principale ambito di attività per le imprese straniere più longeve, seguito dalle costruzioni e dai servizi di ristorazione e alloggio. Quasi il 30% delle realtà imprenditoriali con più di dieci anni di attività opera nel settore artigianale, testimoniando un forte radicamento nelle tradizioni produttive locali. La Lombardia si conferma la regione con la maggiore concentrazione di imprese straniere consolidate, seguita da Lazio, Toscana, Campania ed Emilia-Romagna.

Di rilievo anche il dato relativo all’imprenditoria femminile: oltre 54.500 imprese straniere longeve sono guidate da donne, un valore che sottolinea l’importanza crescente di questo segmento nella dinamica economica nazionale. L’analisi delle origini dei titolari delle imprese individuali ultradecennali restituisce una geografia variegata: ai primi posti si trovano imprenditori provenienti da Marocco, Romania e Cina, seguiti da Albania, Bangladesh e Senegal. Questo mosaico conferma come l’imprenditoria straniera contribuisca non solo alla crescita economica, ma anche alla pluralità culturale del tessuto produttivo italiano.

 Cosa succede alle imprese italiane?

Il raffronto con le imprese italiane completa il quadro e ne amplifica il significato: dal 2014 al 2024 il numero di imprese autoctone è diminuito di oltre 300mila unità, passando da 5,5 milioni a circa 5,2 milioni. La riduzione, pari al 5,6%, riflette le difficoltà incontrate da molte aziende italiane nel superare le crisi degli ultimi anni, dai contraccolpi finanziari alla pandemia, fino ai recenti shock energetici e inflazionistici.

Mentre le imprese straniere hanno mostrato capacità di adattamento e resilienza, molte realtà italiane hanno dovuto cedere il passo, uscendo dal mercato o ridimensionando la propria attività. Questa dinamica sta progressivamente modificando la composizione del tessuto imprenditoriale italiano, con un peso sempre più rilevante delle realtà guidate da imprenditori stranieri. La crescita delle imprese a partecipazione straniera non rappresenta dunque solo un fenomeno quantitativo, ma indica un cambiamento strutturale in atto nell’economia italiana, dove nuovi protagonisti stanno assumendo un ruolo di primo piano nella creazione di valore e nella tenuta del sistema produttivo.

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