Aumento dell’Iva, fronte comune delle associazioni di categoria

L’allarme di 11 associazioni italiane attraverso una lettera inviata al premier Enrico Letta: “L’Iva al 22% andrebbe a deprimere la domanda interna, che deve al contrario essere rilanciata come motore propulsivo della crescita e del Pil”

Le principali associazioni di categoria del mondo dell’industria, della distribuzione alimentare e non, dell’agricoltura e dei servizi fanno fronte comune contro l’aumento dell’Iva. Ben undici associazioni hanno, infatti, firmato una lettera inviata al presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, per chiedere che non si verifichi l’aumento dell’aliquota prevista il prossimo luglio. Firmatari della lettera sono: AFI, Ancc Coop, Assogiocattoli, Centromarca, Federdistribuzione, FIMI, AGRINSIEME, Ancd Conad, Ceced Italia, Federalimentare, Federlegno Arredo, Univideo.

Di seguito il testo integrale: “Illustre Presidente del Consiglio, riteniamo necessario segnalare la gravissima preoccupazione da parte delle imprese per l’ulteriore rallentamento dei consumi che l’aumento dell’Iva previsto per luglio di quest’anno provocherebbe nella situazione di acuta recessione che sta caratterizzando in particolare i primi mesi del 2013.Le più recenti stime effettuate da centri studi e istituti specializzati indicano, a regime, l’impatto di questa misura in un aggravio di costi pari a oltre 160 euro a famiglia, fatto tanto più grave in considerazione delle 9 milioni di famiglie che versano in situazioni di difficoltà economica, di cui 5 milioni a rischio povertà.L’aumento dell’Iva avrebbe effetti sul settore distributivo, su quello della produzione industriale, sull’agricoltura e sul mondo dei servizi, che operano sul mercato interno, con rilevanti conseguenze anche sui livelli occupazionali. Si andrebbe in questo modo a deprimere la domanda interna, che deve al contrario essere rilanciata come motore propulsivo della crescita e del Pil.Auspichiamo fortemente che il Governo, pur in una situazione di difficoltà nel recuperare risorse, trovi una soluzione definitiva a questo difficile problema, dando così un chiaro segnale ai consumatori italiani e alle imprese che hanno ancora la volontà di investire in questo Paese”.

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