Bce pronta a cambiar rotta, atteso l’aumento dei tassi d’interesse

Mentre la Fed americana mantiene i tassi prossimi allo zero, la Banca centrale europea è pronta ad alzare di un quarto di punto il costo del denaro, fermo dallo scorso luglio 2008. La mossa di Trichet comporta dei rischi e un aumento sensibile dei costi per le piccole e medie imprese…

Dopo più di due anni con una politica monetaria ‘tenera’ e con tassi d’interesse all’1%, la Banca centrale europea è pronta a ritoccare al rialzo il costo del denaro di un quarto di punto portandolo così – secondo le previsioni – all’1,25%. I rialzi da Francoforte dovrebbero già arrivare in giornata dopo che circa un mese fa il presidente della Bce Jean-Claude Trichet aveva anticipato la possibilità di un aumento dei tassi ad aprile. Una mossa controcorrente, soprattutto considerando che il continente non è ancora uscito del tutto dalla crisi del debito. La Bce non alza il costo del denaro dal luglio del 2008 e tassi viaggiano al minimo record dell’1% dal maggio 2009, nel segno di una politica tesa a sostenere la ripresa e le banche. Se stretta ci sarà, la Bce prenderà una strada diversa rispetto alla Fed americana (che mantiene i tassi prossimi a zero) e la Banca d’Inghilterra, che si riunisce anch’essa giovedì 7 aprile e da cui non si attendono variazioni. La mossa di Trichet, tesa soprattutto a combattere l’inflazione, comporta dei rischi. In diversi Paesi dell’euro la ripresa è ancora debole. Un aumento del costo del denaro indebolirà le imprese (per le Pmi potrebbe significare un aumento di 3,2 miliardi di euro nel medio termine), ma anche le famiglie con un aggravio delle rate sui mutui per quei Paesi (non la Francia e la Germania) dove oggi prevale il tasso variabile. E poi c’è la vulnerabilità di Grecia, Irlanda e Portogallo. Senza dimenticare l’euro forte, finora stabile su l’1,43 dollari e pesa sulle esportazioni.Ma Grecia, Irlanda e Portogallo arrivano al 6% del Pil europeo (con la Spagna si arriva al 18%): la politica monetaria dell’euro non può basarsi sulla base delle esigenze di una quota così esigua dell’economia. La ripresa in Germania, ma anche in altre economie dell’euro, sta andando meglio del previsto. Per l’Eurotower l’inflazione non è che una tassa sui consumi e si preferisce agire subito e prevenire una spirale dei prezzi attraverso rialzi dei tassi tutto sommato limitati, piuttosto che dover dare una stretta ben più pesante dopo, di fronte a una possibile spirale al rialzo dei prezzi.

La Bce conferma l’aumento: tasso d’interesse all’1,25%. Prima variazione

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