Un passo avanti fondamentale: gli influencer, e dunque l’influencer marketing, avranno il proprio codice Ateco. Si tratta di un vero e proprio riconoscimento, arrivato forse un po’ in ritardo ma finalmente giunto a identificare le attività economica svolte da chi svolge questa professione, una delle più rivoluzionarie ed emblematiche fra quelle online.
Frutto della collaborazione tra Istat, Eurostat, il ministero delle Imprese e del Made in Italy e l’Associazione Italiana Content & Digital Creators (AICDC), questa innovazione rappresenta un passo storico per la creator economy. Come riporta Confcommercio, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2025 e servirà a fare chiarezza all’interno di un comparto che in Italia sta crescendo rapidamente, soprattutto tra i giovani.
Sempre in base a quanto afferma Confcommercio, grazie al nuovo codice Ateco, identificato come 73.11.03, gli influencer che operano professionalmente nei settori della creazione di contenuti e della promozione sui social media avranno un inquadramento dedicato e specifico, differenziandosi chiaramente da chi svolge attività amatoriali o saltuarie.
Il nuovo codice, per altro, non è solo un adeguamento alla realtà economica, ma un primo passo verso una serie di normative più complete e strutturate. D’altronde, l’influencer marketing è ormai parte integrante delle strategie comunicative delle aziende. Attraverso i social media, gli influencer promuovono prodotti, servizi o valori raggiungendo milioni di persone con un linguaggio diretto e autentico.
Ciò ha trasformato profondamente il modo di fare pubblicità e ha creato nuove opportunità professionali, ma ha anche creato una sorta di zona grigia: gli influencer utilizzavano codici Ateco generici, come il 73.11.02 (Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari) o il 73.11.01 (Ideazione di campagne pubblicitarie), che però non rappresentavano adeguatamente la specificità del lavoro sui social.
Questa incertezza non solo complicava l’apertura della partita IVA e la gestione fiscale, ma limitava anche la possibilità di accedere a strumenti come il credito bancario o agevolazioni mirate. Il traguardo è stato accolto con entusiasmo dall’AICDC): Sara Zanotelli, presidente dell’associazione, ha definito questa importante evoluzione come una svolta storica per il comparto della creator economy, sottolineando che l’associazione continuerà a lavorare per una regolamentazione più completa, in grado di tutelare i professionisti del settore dal punto di vista fiscale, previdenziale e contrattuale.
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