Flussi commerciali a segno meno per l’Italia. A marzo, rispetto al mese precedente, l’Istat rileva una flessione per le importazioni pari al 2% e dello 0,3% per le esportazioni; su base annua, invece, il calo per l’export è pari al 5,2% mentre le importazioni registrano addirittura un -11%, imputabile, secondo l’Istat, soprattutto dalla componente energetica (-30,8%).
In particolare, il calo congiunturale delle vendite verso i Paesi extra Ue è determinato dai beni di consumo (-6,1%) e dai prodotti intermedi (-2,7%), mentre l’energia (+17,6%) e i beni strumentali (+4,9%) registrano una crescita sostenuta. Dal lato dell’import la flessione congiunturale è estesa a tutti i raggruppamenti principali di beni, esclusa l’energia (+6,7%). Gli acquisti di beni di consumo sono in forte calo (-4,8%).
A marzo si ridimensiona il calo delle vendite di beni verso la Russia (-0,9%), iniziato a maggio 2014. Gli Stati Uniti registrano un incremento delle esportazioni (+11,3%) ascrivibile alla vendita di mezzi di navigazione marittima. Aumentano anche le vendite di beni verso il Giappone (+9,5%). Paesi Mercosur (-28,2%), paesi Opec (-21,6%), Turchia (-11,0%) e paesi Asean (-8,0%) segnano un forte decremento delle esportazioni. Le importazioni da Russia (-18,1%) e Cina (-15,1%) sono in forte calo, mentre gli acquisti da Turchia (+6,5%), paesi Asean (+3,5%) e Stati Uniti (+2,9%) risultano in crescita.
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