Consumi: a Natale -12%, ma per i cenoni spesi 5 miliardi

Adiconsum e Federconsumatori registrano un calo nella spesa per abbigliamento e calzature, -21% sugli elettrodomestici oltre a un -2% nel settore alimentare. Più ottimista la Confederazione degli agricoltori che assicura: “Per i cenoni si sono spesi 5 miliardi di euro, lo 0,5% in più rispetto 2009

I primi dati sulle vendite del periodo natalizio non sono certo confortanti per i commercianti. Adiconsum e Federconsumatori guardano sotto l’albero e registrano una calo nei consumi del -12% rispetto allo scorso anno. Gli unici settori che avrebbero resistito al ‘crollo’ sono stati quello dell’editoria, rimasto stabile, e quello dell’elettronica di consumo, che ha registrato un debole +1% (inferiore al +3% previsto in precedenza). Si riconfermano in negativo, invece: il settore dell’abbigliamento e delle calzature (-14%); il settore dei mobili, dell’arredamento per la casa e degli elettrodomestici (-21%); quello della profumeria e della cura della persona (-9%); il settore dei giochi, giocattoli e dello sport (-2%) e persino il settore alimentare (-2%).

Cenoni di Natale e Capodanno, uno scontrino da 5 miliardi di euroAll’analisi di Adiconsum e Federconsumatori ‘replica’ la Confederazione italiana agricoltori (Cia) che sottolinea come, nonostante la crisi, gli italiani non abbiano rinunciato ai pranzi e ai cenoni di Natale e Capodanno. Secondo la Cia, infatti, in questo periodo le famiglie hanno speso in cibo circa 5 miliardi di euro, lo 0,5 per cento in più rispetto alle festività del 2009. Al primo posto i prodotti ‘made in Italy‘, ma con scelte più oculate nella spesa. Salmone, ostriche, caviale e frutta esotica ancora una volta con il contagocce, anche se si è registrato un lieve incremento rispetto all’anno scorso. E lo spumante ha trionfato sullo champagne (95 milioni di bottiglie nazionali, +2,5% rispetto al 2009). Pochi, quindi, i cibi di ‘fascia alta’, secondo l’associazione degli agricoltori si è guardato molto al prodotto tipico legato al territorio. Le tavole delle feste hanno anche rilanciato il vino ‘made in Italy’: più di 85 milioni le bottiglie stappate, oltre il 95 per cento di produzione nazionale.

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