Rispetto alla media europea (37%), in Italia la percentuale delle imprese vittime di crimini economici è più bassa: la stima è del 27%, per una media di un’azienda colpita su quattro. Tuttavia c’è poco da festeggiare, visto che la percentuale fino a due anni fa era del 17%. A stabilirlo è la ricerca mondiale sulle frodi economiche PwC Global Crime Survey 2014, elaborata sulla base di oltre 500 interviste per 95 Paesi coinvolti. “Le frodi finanziarie sono un fenomeno in crescita sia a livello globale (+3%) che in Italia (+6%). Oggi un quarto circa delle aziende interessate (23%) ha comunicato di essere stata vittima di una frode”, commenta Alberto Beretta, Partner Forensic Services di PwC. “Tra gli aspetti positivi abbiamo rilevato una crescente sensibilità e un maggior impegno nella fase di prevenzione da parte delle aziende. Infatti è cresciuto il numero delle organizzazioni che negli ultimi 24 mesi ha effettuato un fraud risk assessment (dal 54% al 70%)”. In particolare, in Italia i crimini maggiormente perpetrati sono l’appropriazione indebita (65%) e le frodi contabili (22%). Le più colpite sarebbero soprattutto le aziende manifatturiere (67%), seguite a distanza da quelle appartenenti al mercato di energia e utilities (43%). La stima dei danni subiti si aggirerebbe sul 1,75 milione di euro.Quanto al “colpevole”, il più delle volte sarebbe un uomo d’azienda (85%), tra i 41 e i 50 anni, con cariche importanti quali quella del senior manager.
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