I dazi, utilizzati come armi nella guerra commerciale internazionale, rischiano di rappresentare un pericolo anche per il Made in Italy: in 22 province italiane (su 107) l’export risulta pari a oltre la metà del Pil e ci sono aree particolarmente a rischio, qualora le politiche dovessero diventare più dure.
In Italia, il rapporto tra il valore dell’export e quello del Pil è del 31,1%, in una provincia su cinque, invece, supera il 50%. Nello specifico, è al 43% al Nord Est , al 14,7% al Sud e il 49% in Toscana. In totale, sono 44 le province sopra la media.
La geografia del Paese
Ad Arezzo, il rapporto tra valore generato dall’export e Prodotto interno lordo è il più alto d’Italia, pari a 141,2 euro di vendite all’estero ogni 100 euro di Pil. Nel 2024, il valore delle esportazioni è salito a quasi 15,6 miliardi di euro, con un incremento del 70% sul 2019. Si deve soprattutto al commercio dell’oro da parte della Turchia e circa un miliardo è andato negli Stati Uniti.
Il rapporto export/Pil è al 98,5% anche in provincia di Lodi dove, tra il 2019 e il 2024, le esportazioni sono quasi raddoppiate grazie alle vendite verso i Paesi dell’Unione europea. Si è passati da 3 a 6,2 miliardi di euro, seguito da quello chimico, alimentare e farmaceutico.
Un’altra provincia a rischio è quella di Siracusa, dove a 100 euro di Pil corrispondono 87 euro di esportazioni, per il 53% verso Paesi extracomunitari. In una situazione critica sono anche Belluno, Latina, Vicenza, Vercelli, Piacenza, Reggio Emilia e Asti. In tutte queste zone il valore dell’export supera il 60% dell’attività produttiva locale.
Dazi e commercio internazionale
Anche il commercio internazionale ha subito dei mutamenti, dal 2019 a oggi. Dai 480 miliardi di euro fatturati dall’Italia verso l’estero registrati cinque anni fa, si è arrivati ai 623,5 miliardi di euro nel 2024. Questo però senza contare l’inflazione e l’incremento dei prezzi delle materie prime e dei beni di consumo dovuto all’aumento dell’energia.
La variazione dell’export in valore tra il pre e il post pandemia, ha toccato soprattutto alcuni territori del Mezzogiorno. Fra questi ci sono le province di Reggio Calabria, con un +131,6%, e Crotone, con un +255%, Caltanissetta (+338%), Enna (+140,5%) e Trapani (106,6%). Tuttavia, i numeri assoluti – così come il confronto tra il valore delle merci vendute oltre confine e il Pil – in questi territori sono però ancora bassi. A Reggio Calabria e Trapani il totale dell’export supera di poco il mezzo miliardo di euro e il rapporto con il Pil è marginale (5,3% a Reggio Calabria e 6,7% a Trapani).
La politica di Donald Trump
Da gennaio 2025 a preoccupare sono soprattutto i dazi Usa e le risposte da parte degli altri Paesi, non soltanto nelle 22 province italiane maggiormente a rischio. Donald Trump ha colpito la Cina, il Canada, il Messico e l’Unione europea. Il quadro geopolitico globale ha visto un clima di incertezza che sta generando non pochi timori.
“Nel 2024, oltre il 48% del valore dell’export italiano è stato indirizzato al di fuori dell’Ue, una quota superiore a quelle tedesca, francese e spagnola – fa sapere l’Istat attraverso l’ultimo rapporto – Fra i principali partner commerciali, gli Stati Uniti hanno assorbito circa il 10% delle vendite all’estero dell’Italia, e più di un quinto di quelle di prodotti italiani destinati ai mercati extra europei”.
L’export italiano verso gli Stati Uniti, in calo del 3,6%, nel 2024 è stato pari a 64,7 miliardi di euro. Il 16% riguarda il settore farmaceutico, il 13% la meccanica, il 12,8% l’alimentare e l’8,8% i tessile.
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