Quello dell’Ue è un piano di emergenza sul quale sta lavorando dall’estate 2024, ma – ora che i dazi di Trump sono realtà per la Cina, il Messico e il Canada – questa potrebbe diventare la risposta del Vecchio Continente agli Stati Uniti.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha parlato di misure “ingiuste e arbitrarie”. Ha ribadito la fermezza che non è disposta a compromettere, anche se si tratta di danneggiare uno dei rapporti commerciali “più importanti” al mondo. L’Ue, se il neo-presidente eletto non dovesse fare cenni di arretrare, ha intenzione di siglare nuove alleanze con altre potenze, ridurre ed eliminare le dipendenze strategiche.
Anche se l’obiettivo è evitare una guerra commerciale che non gioverebbe a nessuno, gli Stati membri non vogliono mostrarsi accondiscendenti. In linea con la posizione europea è anche l’Italia, con Antonio Tajani che si propone come portavoce. In nostro Paese, infatti, secondo il ministro degli Affari Esteri,è “il miglior ambasciatore Ue nel dialogo con Washington”.
Ue e dazi Usa, possibili scenari futuri
Al momento non ci sono notizie circa ulteriori dazi Usa contro il Made in Italy. Ma anche la Bce sta sondando il terreno e facendo le sue valutazioni circa l’impatto che queste avrebbero sull’economia europea. Secondo il governatore della Banca centrale olandese, inoltre, “una risposta politica sarà inevitabile” da parte di una “potenza commerciale con 400 milioni di consumatori”.
E, se non si troverà un accordo fra le parti, saranno proprio i consumatori ad accorgersi cosa succederà a livello pratico. Negli Stati Uniti ci sarebbe, infatti, un aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse che avrebbe effetti anche in Europa e sull’euro che ne uscirebbe indebolito.
Se la proposta Ue di acquistare più gnl e armi dall’America non dovesse essere accettata, a essere colpiti dal piano europeo contro i dazi di Trump sarebbero il settore dell’agroalimentare, gli alcolici, le Harley Davidson, i suv e pick-up. É probabile che nel mirino finiscano anche Microsoft e Tesla con accessi agli appalti pubblico e ai mercati finanziari più complessi.
La Francia propone anche di stilare un Buy European Act. Un meccanismo per facilitare gli acquisti all’interno del Vecchio Continente, così da ridurre la dipendenza dal commercio statunitense. Al vaglio dei big europei ci sono le prossime mosse di Trump che, inoltre, potrebbe usare standard diversi per i singoli Stati Membri per cercare di disunire l’Ue. Ecco perché i vertici spingono a “restare uniti” e a non lasciarsi indebolire.
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