Dazi Usa, cosa può fare l’Italia per proteggere il Made in Italy

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Sono attivi i confronti con le imprese e le categorie colpite dai dazi Usa in Italia. Il Governo Meloni, infatti, sta cercando una soluzione per proteggere i prodotti Made in Italy dalle politiche commerciali imposte da Donald Trump. Il settore vitivinicolo, le motociclette e le gioiellerie e le pietre preziose sono maggiormente a rischio.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha fatto presente come non possa trattare direttamente con gli Stati Uniti, perché è una materia di competenza della Commissione Europea e, quindi, del commissario Maros Sefcovic. Ecco allora che non resta che aspettare di vedere come va e intervenire solo quando si hanno dei dati concreti sui quali ragionare.

D’altra parte, anche il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato come eventuali interventi a protezione dei settori maggiormente danneggiati debbano essere fatti a livello comunitario e non solo nazionale.

I settori maggiormente colpiti dai dazi Usa

Secondo le previsioni economiche per il 2025 e il 2026 di Confindustria, l’incremento del Pil si fermerà al +0,6% nel 2025 e al +1% nel 2026. Tuttavia, potrebbero entrare in gioco delle variabili legate ai dazi Usa in Italia che peggiorerebbero lo scenario. Il Prodotto interno lordo potrebbe fermarsi anche al +0,2% nell’anno in corso e al +0,6% nel 2026.

Un’indagine dell’Istat, sono 3.300 le imprese maggiormente a rischio: sono quelle più vulnerabili rispetto alle decisioni che potrebbero essere imposte da Washington. Nello specifico, si tratta del settore farmaceutico, di quello meccanico, agroalimentare, vitivinicolo e il comparto mobili. Tuttavia i farmaci dovrebbero essere esclusi dalla guerra commerciale iniziata da Donald Trump.

L’eventuale risposta del Governo Meloni

La premier Giorgia Meloni si è detta ancora ottimista e appare prudente, perché è “ancora presto per quantificarne l’effetto. Il panico e l’allarmismo possono causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi”. Non è ancora il momento di parlare di decreti salva-aziende. 

Prima di tutto è necessario che i vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, i ministri dell’Economia, dell’Industria, dell’Agricoltura, delle Politiche europee si incontrino per “valutare l’impatto che questa situazione può avere per la nostra economia”, ha detto Meloni.

È previsto anche un confronto con i rappresentanti delle categorie produttive, che sono stati convocati a Palazzo Chigi l’8 aprile 2025. Secondo la presidente del Consiglio, l’obiettivo comune è “trovare le soluzioni migliori”.

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