I dazi Usa possono avere ripercussioni in tutto il mondo, Europa compresa, ed è per questo che si attende la risposta dell’Ue alle politiche del neopresidente eletto Donald Trump. L’obiettivo è trovare un accordo ma, nel caso non ci si riuscisse, gli Stati membri stanno studiando una contromossa.
Fra le ipotesi sul tavolo c’è quella di colpire i servizi, un settore in cui l’Ue attesta un deficit commerciale con gli Stati Uniti. Per quanto riguarda i beni, invece, nel 2023 hanno sofferto un deficit di 155,8 miliardi di euro, mentre nei servizi un attivo di 104 miliardi di euro. Si sta valutando di usare un regolamento anti-coercizione entrato in vigore due anni fa, in maniera tale da usare ritorsioni contro un Paese che ha adottato misure punitive nei confronti di un membro dell’Unione europea.
Nel mirino ci sono anche le grandi aziende digitali. In ballo c’è una possibile revoca della protezione dei diritti intellettuali o con una sospensione dello sfruttamento commerciale della loro offerta online.
Le paure e le intenzioni dell’Unione europea
In ballo c’è anche un altro regolamento, entrato in vigore nel 2021. Si tratta di uno strumento che nasce per via delle difficoltà di adire l’Organizzazione mondiale del Commercio per via del boicottaggio americano nei confronti dell’organismo con sede a Ginevra. Permette all’Unione europea di introdurre dazi doganali, restrizioni quantitative e misure nel settore degli appalti pubblici tutte le volte in cui un partner commerciale adotti pratiche ritenute illegali, bloccando l’iter di appello all’Omc.
La paura è che i dazi Usa voluti da Trump possano compromettere la coesione comunitaria, ecco perché si sta pensando a una risposta da parte dell’Ue. Se gli Stati Uniti applicassero dazi mirati solo ad alcuni Paesi membri, provocherebbero interessi contrastanti tra i Governi e renderebbero più difficile un’eventuale risposta univoca.
Non è la prima volta che Usa e Ue si ritrovano in una simile situazione. Nel 2018, durante il primo mandato di Trump, l’Unione europea ha deciso di colpire alcuni prodotti Made in Usa, tra cui le moto Harley Davidson – oggetto di discussione anche questa volta – e i jeans Levi’s, per rispondere ai dazi americani contro acciaio e alluminio. In un secondo momento, tali decisioni sono state sospese temporaneamente. La sospensione scade a marzo 2025.
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