La guerra commerciale voluta da Donald Trump potrebbe iniziare a fare le prime ‘vittime’. I dazi Usa potrebbero portare il prezzo dell’iPhone di Apple oltre i 2.300 dollari negli Stati Uniti e superare i 2.500 euro in Italia.
A rischio ci sono anche i servizi mobili e le tariffe a essi collegate. Anche se le misure del Tycoon riguardano soprattutto l’import statunitense, gli effetti possono colpire anche l’Europa e, quindi, anche il nostro Paese. In particolare, interessano i dispositivi, le reti mobili e il 5G: potrebbero esserci non soltanto dei rincari, ma anche dei rallentamenti della connessione.
Gli effetti dei dazi Usa in Italia
Le ripercussioni dei dazi Usa possono essere notevoli e immediate anche nel nostro Paese: l’iPhone di Apple potrebbe diventare più costoso in tutto il mondo. Potrebbe avere una maggiorazione pari al 43%: il 16 Pro Max da 1 TB, quindi, arriverebbe a costare 2.300 dollari. Ma non si tratta solo di questo prodotto, tutti quelli a marchio Apple prodotti in Cina sarebbero interessati.
Per questo motivo, l’azienda fondata da Steve Jobs sta pensando di spostare parte della produzione in India e in Vietnam. Nonostante anche questi Paesi siano stati colpiti dai dazi Usa, si parla di tariffe al 26% contro quelle al 54% di Pechino. Questo è il piano B, qualora non dovesse riuscire a ottenere un’esenzione dalle nuove tasse (già avuta durante il primo mandato Trump).
A rischiare davvero, però, rispetto ai dazi Usa, sono le infrastrutture: la parte di tecnologia che serve a fare funzionare le reti mobili. Le antenne, le stazioni base, i chip e i moduli radio sono prodotti in tutti i Paesi del mondo: gli stessi che stanno vedendo gli effetti delle nuove tasse americane.
I costi delle apparecchiature 5G potrebbero aumentare del 7%, con ripercussioni sulle spese degli operatori di rete e sul loro flusso di cassa. Questo potrebbe portare anche a un rallentamento dell’espansione delle reti in Italia. Secondo la Telecommunications Industry Association, è “a rischio tutta la filiera della connettività” e, alla fine dei giochi, gli effetti finali ricadranno sui consumatori.
© Riproduzione riservata