Fmi: il debito pubblico globale supererà i 100 mila miliardi di dollari

Allarme dell'Fmi: toccherà 100.000 miliardi di dollari entro la fine dell'anno© Shutterstock

«Il debito pubblico globale è elevato. Si prevede che supererà i 100 miliardi di dollari nel 2024 e aumenterà nel medio termine». Si apre così il Fiscal Monitor, rapporto di monitoraggio della finanza pubblica curato e prodotto dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi).

Come si legge nella pagina di presentazione del report, si fa sempre più forte la necessità di aggiustamenti fiscali che siano attentamente progettati e che siano destinati a essere duraturi, o i rischi potrebbero essere persino peggiori di quanto ipotizzato fino ad adesso.

I dati raccolti parlano chiaro: il debito pubblico ammonta a circa il 93% del prodotto interno lordo globale e molto probabilmente si avvicinerà al 100% del Pil entro il 2030, aggiungendo 10 punti percentuali alla cifra raggiunta nel 2019, prima della pandemia.

Il Fmi precisa, inoltre, che la situazione sembra destinata a rimanere critica nonostante le previsioni indichino che per due terzi dei Paesi il debito pubblico si dimezzerà o si stabilizzerà. Anzi, precisa addirittura che spesso le previsioni dei singoli Paesi tendono a «essere troppo ottimistiche, sia perché i governi sono fiduciosi riguardo alle loro previsioni di crescita, sia perché le riforme di bilancio non vengono mai completamente realizzate».

Addirittura, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, gli attuali aggiustamenti fiscali, in media pari all’1% del Pil in sei anni entro il 2029, anche se implementati per intero, non saranno sufficienti. Questo deriva dal fatto che alcune delle maggiori economie, Stati Uniti e Cina in primis, vedono il debito continuare ad aumentare e non mostrano alcun segno di inversione della curva.

Per avere un’idea ancor più dettagliata, basta guardare all’Italia: il nostro Paese ha (purtroppo) raggiunto un record storico con un aumento di 11,9 miliardi ad agosto, toccando quota 2.962,5 miliardi. Secondo Banca d’Italia questo incremento è dovuto al combinato disposto dell’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro e all’effetto complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso, rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e variazione dei tassi di cambio.

Con tutti questi dati in mano, le conclusioni per Fmi sono tanto dolorose quanto necessarie: come abbiamo già accennato servono misure da attuare in tempi brevi, perché il grado di correzione aumenta (e diventa più complicato da applicare) con il passare del tempo. Per altro, è noto che un debito elevato e la mancanza di piani fiscali efficaci possano solo portare a conseguenze difficili, che innescherebbero una reazione avversa del mercato.

Sarebbe necessario un inasprimento cumulativo di circa il 3,8% del Pil da qui ai prossimi dieci anni per ricalibrare la situazione. Attenzione però, perché il report spiega anche che l’inasprimento deve essere calibrato, o implicherà arresti della crescita e aumenti delle disuguaglianze. Come già ribadito, dunque, è necessaria una progettazione attenta per mitigare i costi dell’aggiustamento e per raccogliere il sostegno pubblico per l’aggiustamento fiscale necessario.

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