Sempre più italiani preferiscono la carta al contante. È quanto emerge dal rapporto I Pagamenti Digitali in Italia, pubblicato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano in collaborazione con CartaSì, Consorzio Cbi, Intesa Sanpaolo, PayPal e Tim: sebbene il contante resti ancora lo strumento di pagamento principale con il quale si saldano il 56% dei consumi, la crescita dei pagamenti digitali con carta ha superato le attese: +10,2% nel 2014 e +12,2% nel 2015. In particolare, nel 2015 a livello nazionale le transazioni effettuati con carta hanno sfiorato i 175 miliardi di euro coprendo oltre il 22% dei consumi delle famiglie.
LE RAGIONI. A promuovere l’utilizzo della carta contribuirebbero sia il decreto “obbligo Pos”, sia l’efficace rete infrastrutturale creata per i pagamenti digitali, in linea con gli standard dei Paesi europei più sviluppati. A sua volta, si registra una alta diffusione delle carte di credito: 87 milioni di unità nel 2015, in crescita dell’1% rispetto al 2014.
LA FREQUENZA RESTA BASTA. Tuttavia la frequenza di utilizzo delle carte resta ancora bassa, soprattutto se paragonata alla media europea. La carta viene utilizzata poco, le transazioni pro capite sono 44,1 e, come se non bastasse, lo scontrino medio è andato riducendosi, passando dai 67 euro del 2014 agli attuali 66 euro. «Per colmare il ritardo nella diffusione dei pagamenti digitali in Italia rispetto alla media europea, è a nostro avviso necessario muoversi in due direzioni: consolidare l’offerta di servizi innovativi che facciano davvero leva sull’attrattività dei pagamenti innovativi e mettere in atto un piano di incentivi promosso dal soggetto pubblico», afferma Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano.
E-COMMERCE, E-PAYMENT E MOBILE REMOTE COMMERCE. In particolare lo studio distingue tra tre tipologie di pagamento: l’e-commerce (acquisti da PC o Tablet di prodotti, servizi e contenuti digitali), l’e-payment (pagamenti da Pc e tablet) e il Mobile Remote Commerce. I primi due, insieme, valgono complessivamente 17,3 miliardi di euro nel 2015 (+13%) mentre il Mobile Remote Commerce ha generato quasi 2,7 miliardi di euro (+56%) nel 2015. In particolare, per il Mobile Remote Commerce si scommette sulle applicazioni: queste possono spingere il transato dei contenuti digitali a 1,1 miliardi di euro nel 2018. Si stima inoltre che il pagamento digitale di beni e servizi raggiungerà tra i 4,2 e i 4,8 miliardi di euro. «Il turismo rimane la componente più importante nella crescita del Mobile Commerce di beni e servizi: registra infatti un +56% rispetto al 2014, con quasi 540 milioni di euro di acquisti (erano 346 milioni di euro nel 2014), seppur in lieve decrescita nel peso relativo delle diverse componenti a vantaggio della categoria Informatica ed Elettronica, che registra circa 370 milioni di euro di transato (erano poco più di 155 milioni di euro nel 2014)», afferma Ivano Asaro, ricercatore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano. «L’abbigliamento continua a mantenere un ruolo di primo piano (15% del totale) con circa 280 milioni di euro spesi nel 2015 (erano poco meno di 170 milioni di euro nel 2014). La categoria “altro” – trainata dal couponing e dal ticketing di eventi – registra infine 446 milioni di euro di valore movimentato, in crescita del 42% rispetto al 2014».
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