Il design Made in Italy è un settore che eccelle in Europa, contribuendo alla crescita sostenibile delle imprese nostrane. Dalla filiera e alla promozione a livello internazionale. A dirlo è Intesa Sanpaolo che ha sottoscritto contratti con più di 200 filiere produttive. Lo ha fatto attraverso il programma Sviluppo Filiere sviluppato dalla divisione Banca dei Territori, guidata da Stefano Barrese. Si tratta di un’operazione del valore di 22 miliardi di euro.
La banca vuole facilitare anche l’accesso al credito delle realtà minori, così che possano rilanciarsi sotto il profilo della digitalizzazione e della sostenibilità ambientale. Il ruolo di Intesa si inserisce in una strategia che mette insieme finanza, consulenza e networking.
L’export del design Made in Italy
In un momento storico in cui i dazi Usa rendono gli scambi commerciali più complessi, ci si interroga sull’impatto dell’export, la flessibilità della produzione e l’adattabilità del settore manifatturiero ai cambiamenti dei mercati. Il design Made in Italy può essere il fiore all’occhiello della produzione del nostro Paese e contribuire in maniera sostanziale alla crescita del Pil e dell’occupazione.
“Il design rappresenta per il Made in Italy il filo conduttore che unisce creatività e innovazione, oltre a far interagire le diverse filiere dell’Italian Style con un significativo potenziale per lo sviluppo in nuovi settori e geografie. Qualità e unicità devono essere supportate da strategie di investimenti attente a innovazione e crescita internazionale”, ha spiegato Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese per Intesa Sanpaolo. “Negli ultimi quattro anni abbiamo sostenuto le imprese clienti del Made in Italy con circa 20 miliardi di euro di finanziamenti per i processi di internazionalizzazione ed export, oltre che per tematiche di gestione del business, crescita dimensionale e passaggio generazionale”.
I dati della ricerca
I mercati internazionali sono un terreno indispensabile per sostenere il design Made in Italy. Si attende un aumento delle esportazioni pari al 77,2% nel 2027, grazie soprattutto alla produzione di fascia alta. Si tratta dell’11,2%, rispetto a una quota del 4,6% sui prodotti medio-bassi. È il risultato di una elevata specializzazione, con know-how e competenze artigianali che si uniscono a un grande senso estetico.
L’Italia, infatti, è il primo Paese europeo in fatto di attività di design specializzato, con un fatturato pari a 6,3 miliardi di euro di fatturato (che corrisponde al 16,4% del totale UE27 nel 2023). Le politiche commerciali volute da Donald Trump potrebbero spingere le aziende italiane a cercare nuovi mercati. È un processo in atto già da diverso tempo, ma potrebbe subire un’accelerazione, volgendo lo sguardo verso l’India e il Nord Africa.
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