Il governo italiano sta valutando l’ipotesi di modificare l’Ecobonus. Dal 2025 le detrazioni fiscali previste da questo tipo di incentivo scenderanno al 36% con un massimale di 48 mila euro, ma l’intenzione dell’esecutivo sarebbe quella di trasformare questi sgravi nella leva principale per raggiungere tutti gli obiettivi posti dalle normative relative alle “Case Green” dell’Unione Europea.
Queste norme includono ad esempio una riduzione dei consumi energetici del 16% in meno di sei anni e del 20-22% entro il 2035. La nuova formulazione dell’Ecobonus si concentrerebbe soprattutto sulla gestione delle prime case, degli uffici lavorativi che attualmente non possono contare su una classe energetica sufficientemente elevata ma anche delle situazioni di povertà energetica.
Sotto questo punto di vista Filea-Cgil ha calcolato che il nostro Paese, entro il 2033, potrebbe dover provvedere alla ristrutturazione di 5 milioni di edifici. Per questa ragione, i nuovi incentivi dovranno contare su una durata di almeno dieci anni, favorendo sia le ristrutturazioni ampie e collettive sia il raggiungimento delle migliori performance energetiche.
Non si parlerà più ,quindi, di cessione del credito e sconto in fattura, ovvero i meccanismi finanziari a cui ci si era abituati negli ultimi anni: ora potrebbe accendersi i riflettori sui cosiddetti mutui green agevolati, garantiti dallo Stato, probabilmente attraverso un apposito fondo. Si immagina che resteranno escluse le categorie catastali di lusso, come ville e castelli, e le tecnologie non più ammesse dalle direttive Ue, a partire dalle caldaie a gas.
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