Un accordo significativo, nato dallo studio di obiettivi strategici ambiziosi: Eni ha perfezionato l’accordo per la cessione alla società statunitense Hilcorp del 100% dei propri asset nei giacimenti petroliferi Nikaitchuq e Oooguruk, situati nel mare di Beaufort in Alaska.
Come riporta la nota stampa rilasciata dalla stessa Eni l’operazione, dal valore stimato di 1 miliardo di dollari, è in linea con i propositi aziendali di quella che è una delle maggiori compagnie energetiche italiane e globali, con una presenza che si estende a oltre 60 paesi. Eni, infatti, punta alla razionalizzazione delle proprie attività upstream tramite il ribilanciamento del portafoglio e la cessione di asset considerati non strategici.
Storicamente concentrata sull’estrazione e sulla produzione di idrocarburi, la compagnia ha intrapreso un percorso di transizione energetica. Questa trasformazione prevede lo sviluppo di attività legate alle energie rinnovabili, ai biocarburanti e a nuove tecnologie come la fusione magnetica, allineandosi agli obiettivi di sostenibilità e decarbonizzazione.
Il disimpegno dai giacimenti in Alaska evidenzia la volontà di concentrarsi su progetti in cui può massimizzare il valore e garantire una maggiore sostenibilità a lungo termine e fa parte del piano per il periodo 2024-2027, che prevede di generare 8 miliardi di euro attraverso operazioni di ottimizzazione del portafoglio e nuovi investimenti mirati alla crescita sostenibile.
Di contro Hilcorp, l’acquirente, è una compagnia privata americana con sede a Houston, focalizzata principalmente sull’oil & gas. Con una reputazione di efficienza nell’ottimizzazione di giacimenti maturi, ha consolidato la sua posizione tra i principali operatori privati del settore negli Stati Uniti. La sua strategia prevede l’acquisizione di campi petroliferi e gasiferi in fase di declino, che vengono poi gestiti per massimizzare la produzione tramite tecnologie avanzate e processi di miglioramento continuo.
Questa operazione permette alla compagnia statunitense di ampliare la propria presenza in Alaska, rafforzando il portafoglio di produzione in una regione in cui è già consolidata. L’accordo si è concluso dopo aver ricevuto tutte le approvazioni dalle autorità competenti, dimostrando la complessità e la rilevanza di tale operazione nel contesto dell’industria energetica.
Il piano di Eni prevede che, entro il 2025, gran parte delle entrate provenga da tre fonti: la riorganizzazione del portafoglio upstream, la diluizione delle partecipazioni in scoperte esplorative importanti e l’accesso a nuovi capitali tramite la “strategia satellitare”. Questa strategia, pensata per finanziare i business legati alla transizione energetica, include iniziative nelle energie rinnovabili, biocarburanti e tecnologie innovative come la fusione magnetica.
Nonostante la vendita degli asset in Alaska, Eni manterrà la sua presenza negli Stati Uniti, specialmente nelle attività upstream nel Golfo del Messico e nei progetti legati alla transizione energetica.
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