Evasione, Befera: “Fisco ha recuperato 11,5 miliardi. In primavera la svolta”

Il direttore generale dell’Agenzia delle entrate commenta il lavoro di controllo fiscale svolto dagli agenti e rilancia . Sui controlli a Cortina e Milano: “Nessuna spettacolarizzazione, di questi interventi ne facciamo decine l’anno”

La lotta all’evasione sta facendo sensibili passi avanti, nell’ultimo anno si è ulteriormente rafforzata recuperando 11,5 miliardi di euro; ma la vera svolta arriverà in primavera quando scatterà un’operazione di controlli massivi sulle dichiarazioni di giugno. È quanto afferma il direttore generale dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, che, nel corso di un’audizione alla Camera dei deputati, ha fatto un bilancio dell’ultimo anno di controlli fiscali: nel 2011, sono state controllate 40 milioni di dichiarazioni dei redditi che hanno portato a rimborsi per 1,7 miliardi di euro; gli accertamenti assistiti da indagine finanziaria hanno raggiunto quota 11.500 e hanno permesso di recuperare oltre 1 miliardo di euro. Un bilancio positivo, spiega al quale da quest’anno potrà contribuire anche il nuovo redditometro (leggi come funziona) che, spiega Befera, terminerà la sperimentazione a febbraio e “sarà operativo entro il primo semestre”. Aumentano i tutor per le aziende. Oltre al redditometro, ci sarà anche l’allargamento della base di aziende (da 2.000 a 3.100) che saranno affiancate da un dipendente del Fisco: l’istituto del tutoraggio, infatti, entra a pieno regime: la platea dei soggetti si estende a tutti quelli con volume d’affari e ricavi non inferiori a 100 milioni di euro.I blitz di Cortina e Milano. Nel corso del suo intervento alla Camera Befera ha voluto anche commentare gli ultimi controlli effettuati dagli agenti del fisco a Cortina e Milano. Dall’Agenzia non c’è “nessuna volontà di spettacolarizzazione. Di questi interventi ne facciamo qualche decina l’anno, la Guardia di Finanza ne fa più di noi, e non se ne è mai parlato”. Gli interventi, ha aggiunto Befera, vengono fatti “su esercizi che abbiamo già selezionato perché sapevamo che lì c’era un rischio fiscale. Vogliamo lavorare abbastanza in silenzio”.

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