Fiat-Chrysler, in Italia investimenti per 10 miliardi

Sergio Marchionne annuncia 55 miliardi in cinque anni per rilanciare la nuova multinazionale dell’auto; si punta a 7 milioni di veicoli venduti nel 2018. Rilancio Alfa Romeo e nessuna vendita per Ferrari. Via libera dei sindacati

Sergio Marchionne è stato chiaro, più che un nuovo capitolo, si “inizia a scrivere un nuovo libro” per Fiat e Chrysler. Le due società, ormai una cosa sola in Fiat Chrysler Automobiles (Fca), lanciano la sfida da qui al 2018: diventare una vera e propria multinazionale dell’auto, con 7 milioni di auto vendute nel 2018, in grado di competere a livello globale con i leader del settore. Per farlo il manager ha annunciato un piano da 55 miliardi di investimenti anche su ricerca e sviluppo. Si tratta di un piano “coraggioso, di rottura con il passato”, afferma l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler. Un progetto che ha come obiettivi, oltre alla quotazione a Wall Street entro l’anno, 132 miliardi di ricavi, 5 miliardi di utile, nessun aumento di capitale ne’ dividendo e un indebitamento sotto il miliardo. Significativo anche lo sforzo produttivo in Italia, che non sarà abbandonata dal gruppo; a Melfi, ad esempio, alla fine dei cinque anni si fabbricheranno 200 mila Jeep Renegade. I sindacati, plaudono al piano che, come ha detto Marchionne, vede gli stabilimenti italiani trasformati in hub per l’export. “È positivo”, afferma Ferdinando Uliano della Fim Cisl, sottolineando – come riporta l’Ansa – che con gli investimenti annunciati dal 2013 al 2018 il gruppo “investirà in Italia 10 miliardi, quando il governo non riesce neanche a trovare 400 milioni per salvare Alitalia”. La Jeep a Melfi, inoltre, porterà lo stabilimento – aggiunge Uliano – verso la piena occupazione, calcolando che una cifra analoga di 500X saranno prodotte nell’impianto.

Per Alfa Romeo un futuro da Maserati

Focus su alcuni marchi Fiat-ChryslerFERRARI. “Montezemolo ha fatto un lavoro eccezionale per posizionare Ferrari”, mette in evidenza Marchionne, precisando che insieme i due hanno deciso di mantenere un tetto ai volumi della Ferrari a 7 mila unità: una decisione ”volontaria” per mantenere l’esclusività del marchio, anche se potenzialmente sarebbe possibile aumentarla a 10 mila unità nel caso di aumento della popolazione ad alto reddito nei Paesi emergenti e sui mercati non tradizionali.ALFA ROMEO. Sul marchio saranno investiti 5 miliardi di euro con otto nuovi modelli fra la fine del 2015 e il 2018, e un obiettivo di 400 mila vendite al 2018, in deciso aumento rispetto alle 74 mila del 2013. MASERATI. È attesa un’impennata delle vendite con sei modelli al 2018: il target è di vendite quintuplicate al 2018 a 75.000 unità dalle 15.400 del 2013. JEEP. Le vendite in cinque anni saranno più che raddoppiate a 1,9 milioni nel 2018, contro le 732.000 del 2013 (+160%): a tirare la corsa di Jeep sarà il sud America e l’Asia Pacifico.FIAT. Il target delle vendite globali è fissato a 1,9 milioni di unità al 2018, contro gli 1,5 milioni del 2013. Un obiettivo raggiunto anche con il lancio di molti nuovi modelli, solo otto nell’area Emea, che include anche l’Europa. Le vendite per il marchio Fiat sono attese crescere in tutte le aree (con un raddoppio nell’area Nafta a 100 mila), a eccezione dell’Europa dove sono previste rimanere stabili a quota 700 mila. CHRYSLER. Si stimano vendite a salire a 800 mila unità al 2018 contro le 350 mila del 2013.

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