Il Fondo di Fondi è pronto a partire: nel primo trimestre del 2025 mobiliterà 300 milioni di risorse. Il Mef, Cdp e Borsa Italiana sono in attesa che siano finalizzati gli ultimi tecnicismi, ma hanno già acceso i riflettori su quella che potrebbe essere la più importante iniziativa promossa finora per accelerare gli investimenti nelle Pmi quotate proprio sui circuiti di Borsa italiana.
L’obiettivo primario è ambizioso: affrontare in modo deciso il problema dell’attrattività delle Pmi sul mercato, rilanciando e in più rivitalizzando il mercato Euronext Growth Milan (EGM, ex AIM Italia), che negli ultimi anni ha sofferto una forte crisi di liquidità e valutazioni.
Ulteriori precisazioni sono state fatte nel corso di un incontro a porte chiuse organizzato da Cdp a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana. In questa occasione il Fondo di Fondi è stato presentato a fondi pensione, assicurazione, banche, società di gestione del risparmio (sgr) e altri soggetti istituzionali.
Lo strumento è stato dipinto come un catalyst significativo per il re-rating delle mid e small cap italiane e il patrimonio iniziale, come abbiamo accennato all’inizio, dovrebbe essere di circa 300 milioni di euro e potrebbe arrivare a 1 miliardo di euro con l’intervento dei privati.
Stando a quanto trapelato, infatti, il Fnsi (Fondo Nazionale Strategico Indiretto) potrà sottoscrivere quote di organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) di nuova costituzione, di diritto italiano e gestiti da sgr autorizzate.
Sempre il FNSI potrà anche rilevare fino al 49% di fondi chiusi di nuova costituzione e di diritto italiano che abbiano la missione di investire prevalentemente (almeno il 70%) in aziende quotate su Borsa italiana di piccolissime, piccole e medie dimensioni, lasciando la libertà di investire fino a un massimo del restante 30% del portafoglio in tutti gli altri titoli quotati in Italia, sia azioni che obbligazioni.
Il requisito fondamentale è la quotazione in Italia, non la nazionalità della società. I fondi dovranno avere durata di almeno cinque anni, potranno distribuire dividendi e dovranno essere liquidati entro la data del 31 dicembre 2032, che al momento segna il termine del fondo di fondi Mef-Cdp. Saranno previsti inoltre meccanismi per evitare dinamiche di ipercomprato e di ipervenduto.
Le Sgr potranno raccogliere sottoscrizioni sia da investitori istituzionali che da investitori retail. Il Fondo nazionale strategico potrà svolgere anche il ruolo di anchor investor nelle Ipo.
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