Il Parlamento francese ha dato il primo via libera alla nuova tassa sul patrimonio dei miliardari, approvando un emendamento alla legge di bilancio che introduce un’imposta del 2% sulla parte del patrimonio superiore al miliardo di euro.
La misura potrebbe generare un gettito di 2 miliardi di euro per le casse pubbliche nel 2025. Questo via libera è tuttavia preliminare: solo al termine della discussione di tutti gli emendamenti il testo finale della manovra per il 2025 sarà votato dall’Assemblea nazionale francese. L’iter potrebbe però subire un’accelerazione se il premier Michel Barnier decidesse di porre la fiducia sulla legge di bilancio. Tra le altre misure fiscali previste nella manovra c’è una tassa temporanea destinata a circa 440 aziende che realizzano oltre 1 miliardo di euro di ricavi annui, con l’obiettivo di raccogliere 8 miliardi di euro nel 2025.
Chi sono i super-ricchi coinvolti? La nuova imposta coinvolgerà alcune delle persone più facoltose di Francia, come Bernard Arnault, il patron di Lvmh, Françoise Bettencourt Meyers, erede dell’impero L’Oréal, e le dinastie Dassault e Wertheimer, oltre a grandi gruppi come Cma Cgm, il colosso dei container di proprietà della famiglia Saade. Quest’ultima, ad esempio, con un fatturato di 47 miliardi di dollari, dovrebbe versare circa 500 milioni di euro nel 2025.
L’esecutivo francese si muove per reperire fondi e far fronte all’ambiziosa legge di bilancio da 60 miliardi di euro, in un contesto economico delicato. Il debito pubblico del Paese è infatti previsto al 114,7% del Pil nel 2025, con un deficit stimato al 5%. Nonostante gli sforzi per ridurre il disavanzo, la Francia dovrà emettere obbligazioni per un valore record di 300 miliardi di euro, mentre il costo del debito pubblico salirà a 54,9 miliardi.
Tassare i patrimoni: favorevole il 79% dei milionari italiani
Come sarebbe accolta una misura simile in Italia? Nel 2023, un sondaggio condotto da Patriotic Millionaires, vedeva anche nel nostro Paese il 79% dei milionari favorevole a una tassa di questo genere. Attualmente, come riportato anche in un articolo di Milano Finanza, l’1% più ricco degli italiani detiene il 12% del reddito nazionale, ma versa in proporzione meno tasse del restante 99%. Studi della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Università di Milano-Bicocca mostrano come il sistema fiscale italiano sia addirittura regressivo per il 5% dei contribuenti più abbienti, con un’aliquota effettiva che scende al 36% per chi guadagna oltre 500 mila euro l’anno.
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