Non c’è alcun progetto di quotazione che coinvolge il Gruppo FS. A confermarlo è stato direttamente l’amministratore delegato della società pubblica, Stefano Donnarumma, a margine dell’evento InnoTrans 2024, fiera internazionale per la tecnologia dei trasporti in corso a Berlino.
Il manager, però, non ha escluso la possibilità che il gruppo ferroviario apra il proprio capitale ai privati, pur mantenendo la maggioranza a controllo pubblico. “Stiamo studiando la maniera di poter aprire il capitale anche a privati, questo chiaramente riguarda un perimetro ancora da definire. Sono state fatte delle ipotesi, che però non sono state validate”, ha precisato l’a.d.. “Bisogna capire se c’è una quota di minoranza che possa essere condivisa con dei fondi privati”.
Il tema, quindi, è proprio quello di mantenere il controllo statale del Gruppo. Donnarumma ha precisato anche che si occuperebbe di un progetto di questo tipo “solo a determinate condizioni che blindassero la società”. Perché, ha aggiunto il manager, “è chiaro che le infrastrutture devono essere a controllo pubblico, perché hanno una missione, che è garantire il trasporto dei cittadini e la sicurezza delle infrastrutture, che è una missione strategica dello Stato. “
Un progetto di privatizzazione parziale di FS richiederebbe comunque un periodo non inferiore ai due anni, mentre procede il nuovo piano industriale quinquennale del Gruppo. In questo contesto si inserisce la necessità di utilizzare i fondi del Pnrr: FS ha utilizzato finora 10 miliardi dei 25 complessivi a disposizione. “Il dubbio ‘finiamo o no le opere’ non si pone: quelle iniziate saranno finite”, ha garantito l’amministratore delegato, ricordando che sono finanziabili anche le opere che non dovessero essere ultimate entro il 30 giugno 2026. “I cantieri aperti in estate sono quasi tutti completati, ora ne partiranno altri, alcuni più impattanti, altri meno”, ha concluso Donnarumma. “In Germania preferiscono chiudere per 6-7 mesi le tratte interessate dai lavori: noi non facciamo così, la linea rimane aperta anche se produce disservizi”.
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