Gdo italiana: crescono investimenti, margini e private label

L'analisi di Mediobanca: nel 2024 la grande distribuzione è cresciuta del 3%. Mentre i marchi del distributore (Mdd) aumentano il proprio peso, i discount sfidano la Gdo tradizionale

Il futuro della Grande distribuzione organizzata italiana (Gdo) a prevalenza alimentare appare meno incerto di quanto si possa pensare, almeno a giudicare dai numeri presentati dall’Osservatorio sul settore appena presentato dall’Area Studi di Mediobanca. Nel 2024, in un contesto di inflazione pressoché nulla, il fatturato complessivo del settore ha segnato una crescita stimata del 3% rispetto all’anno precedente, consolidando un biennio positivo (+7,6% nel 2022 e +7,7% nel 2023) sostenuto soprattutto dall’aumento dei prezzi.

Nel 2023, ultimo anno con dati completi, i principali gruppi della Gdo hanno generato un fatturato netto di 109,6 miliardi di euro (Iva esclusa), con 14,7 miliardi riconducibili a operatori esteri, pari al 13,4% del totale. Dal 2019 al 2023 le vendite complessive sono aumentate del 28%, con un tasso medio annuo del 6,4%.

Sul fronte della redditività, il 2023 ha visto l’Ebit margin salire al 2,9%, rispetto a una media quinquennale del 2,5%. Ancora più marcato il miglioramento del Roi, che ha toccato il 7,4% (5,8% la media del periodo), a fronte dell’8% del settore Food & Beverage. Gli investimenti materiali hanno registrato un incremento del 18,7% sul 2022: il 90% delle imprese ha ristrutturato punti vendita esistenti e l’80% ha aperto nuovi store.

Discount sempre più vicini alla Gdo tradizionale

Il confronto tra discount e distribuzione tradizionale si fa sempre più equilibrato. Nel 2023 i primi hanno visto crescere il fatturato del 9,2% (media annua del 9,3% dal 2019), contro il +7,3% degli altri operatori (media annua +5,7%). A colpire è soprattutto la redditività: i discount vantano un Ebit margin del 4,8% e un Roi del 16,5%, nettamente superiori al 2,3% e 5,9% degli altri operatori. Meno brillanti, invece, i risultati dei gruppi a controllo estero, che tra il 2019 e il 2023 hanno registrato una crescita media annua del 4,3% (contro il +6,7% degli italiani), con un Ebit margin all’1,3% e Roi al 5%, contro rispettivamente 3,1% e 7,6% degli operatori nazionali.

A livello geografico, le performance migliori si registrano nel Mezzogiorno (+9% medio annuo dal 2019), davanti al Centro (+6,3%) e al Nord-Est (+6,2%). Più rallentato il Nord-Ovest (+3,9%). Tra i gruppi spiccano Radenza Group (+15,3% medio annuo dal 2019), In’s Mercato (+14,9%) e Agorà (+10,8%). Per il solo 2023, In’s ha segnato un +16%, seguito da Radenza (+15,2%) e Agorà (+14,2%). Quest’ultima si distingue anche per i margini: Ebit margin al 5% e Roi al 13,5%.

Prosegue intanto il processo di consolidamento: tra il 2019 e il 2023 la quota di mercato dei sette gruppi della Gdo – esclusi Conad e Coop – è salita di 6,7 punti percentuali. VéGé ha attratto sette nuovi associati, di cui due già legati ad altre strutture. Selex si distingue per un Cagr dell’8% con Ebit margin al 3,8% e Roi all’11,6%.

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