Goodyear, leader nel settore degli pneumatici, cede Dunlop a Sumitomo Rubber Industries. L’operazione prevede il pagamento di 526 milioni di dollari, più una commissione da 105 milioni per supportare il passaggio dei clienti europei. Altri 70 milioni, poi, saranno versati per le scorte. Nel complesso si parla di una vendita pari a 701 milioni. L’acquisizione da parte dei giapponesi avverrà in Europa, Nord America e Oceania, ma nel Vecchio Continente Goodyear continuerà a vendere le gomme inglesi fino a fine 2025, pagando una royalty a Sumitomo.
Si tratta di un ritorno al passato: gli pneumatici Dunlop sono stati di proprietà dell’azienda nipponica dal 1984 al 1999, che poi li ha ceduti a Goodyear. Le due società avevano stretto un’alleanza globale con quattro joint venture durata sino al 2015. Da quel momento Goodyear ha ottenuto la vendita esclusiva dei prodotti Dunlop in Nord America, Messico ed Europa mentre Sumitomo in Giappone, Russia, Turchia e in parte dell’Africa.
Goodyear, piano di cessioni da 2 miliardi di dollari
Googyear ha in mente una trasformazione totale per contrastare la concorrenza cinese a basso costo. Ha così dovuto ridurre le spese, cedere i business secondari e concentrarsi sui core. Ai 701 milioni di Sumitomo Rubber si sono sommati i 905 milioni ricevuti a luglio 2024 da Yokohama Rubber per la divisione di pneumatici fuoristrada. Il prossimo obiettivo è cedere il comparto Chemical, dal valore di un miliardo.
Le novità che hanno visto la cessione di Dunlop, prevedono cambiamenti radicali e profondi nella gestione di Goodyear. A inizio 2024 Mark Steward ha preso il preso il posto di Richard J. Kramer in qualità di Ceo e presidente dell’azienda. “Stiamo ottimizzando il portafoglio e riducendo la leva per creare valore per i soci. Il deal ci aiuta a migliorare la crescita dei nostri marchi principali”, così ha commentato la recente cessione l’ex chief operating officer di Stellantis per il Nord America.
Steward dovrà prendere decisioni importanti per Goodyear, che ha chiuso il terzo trimestre del 2024 con 4,82 miliardi di vendite nette, registrando un -6,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli effetti si avvertono anche in Borsa. Il gigante americano da 2,5 miliardi di capitalizzazione dovrà anche sostenere il titolo al Nasdaq, che nell’ultimo anno ha perso quasi il 40%.
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