L’agilità batte la tradizione. Perlomeno quando si tratta di imprese e di modelli di business vincenti. A dirlo è la ricerca dell’Osservatorio HR Innovation Practice della School of Management del Politecnico di Milano che ha coinvolto 187 HR executive di aziende operanti in Italia, da cui è emerso che se nelle aziende “agili”, ben l’85% dei dipendenti si dichiara motivato e coinvolto, in quelle tradizionali questa percentuale precipita al 31%. I manager ne sono consapevoli, tanto che per il 45% degli intervistati la principale sfida per il 2019 è rappresentata proprio dal cambiamento nei modelli di organizzazione del lavoro, mentre per il 43% dallo sviluppo di cultura e competenze digitali. In terza posizione l’employer branding e l’attrazione dei talenti (risposta data dal 41% del campione). Peccato che solo un’impresa su cinque stia lavorando in maniera coerente su struttura, processi e practice, cultura e stili di leadership, competenze ed ecosistema, e stia introducendo un modello organizzativo agile. “La trasformazione verso modelli organizzativi più agili è un passaggio che tutte le realtà dovranno compiere per poter affrontare il futuro. Questa evoluzione, però, non può essere calata dall’alto né essere troppo rapida, ma è un percorso di allenamento che richiede il coinvolgimento di tutta l’organizzazione” ha commentato Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio HR Innovation Practice.
Le imprese, invece, stanno facendo bene sul fronte della “People Strategy”, una strategia di sviluppo del capitale umano in termini di competenze, modelli organizzativi e stili di leadership collegati alla rivoluzione digitale: se l’anno scorso era presente nel 35% del campione, quest’anno lo è nel 54% delle aziende. Le Direzioni HR stanno cercando anche di accelerare la trasformazione digitale: nel 2019, il 52% prevede una crescita degli investimenti in questo ambito. Per quanto riguarda lo sviluppo della cultura digitale, fra le iniziative in corso spiccano la collaborazione con startup e università (56%), le attività per sviluppare competenze digitali specifiche (47%) e i progetti focalizzati sulla cultura digitale (47%).
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