Sono realtà fondamentali per l’economia italiana, eppure non sempre vengono date loro l’importanza e il risalto che meriterebbero: le imprese familiari generano l’80% del Pil, rappresentano l’85% delle imprese complessive del Belpaese e hanno registrato una crescita dell’occupazione davvero rilevante.
A diffondere i dati su questa tipologia di impresa è l’Aidaf, che dal 2005 organizza il Convegno Nazionale delle Aziende Familiari. Nel corso del Convegno è stato presentato l’ultimo report dell’Osservatorio AUB e sono stati affrontati diversi temi, tra cui quello dello sviluppo imprenditoriale che mette al centro la persona, quello della convivenza generazionale e quello del coinvolgimento dei giovani nella gestione.
I giovani, d’altronde, saranno protagonisti del futuro delle imprese familiari. Un futuro promettente, se si pensa che queste imprese registrano una sensibile accelerazione nel ricambio al vertice: nel decennio 2013-2022, in media, il 4,7% delle aziende familiari ha avuto un avvicendamento in ciascun anno, ma considerando solo l’ultimo triennio sono state ben il 6,9%.
Per altro, le successioni al vertice avvenute hanno avuto un impatto positivo sui loro tassi di crescita e tale impatto è maggiore quando il leader uscente è un ultra-settantenne e il successore ha meno di 50 anni. Andando poi alla panoramica generale, i dati presentati al Convegno dell’Aidaf mettono anche in evidenza come la ripresa delle aziende familiari italiane dopo la pandemia si sta confermando più sostenuta di quella che era seguita alla crisi finanziaria del 2008-2009.
Si è registrato un aumento delle persone occupate, cresciute del 7,3% rispetto a prima della pandemia (del 4,5% nelle imprese non familiari), e a una riduzione delle aziende con una situazione patrimoniale più debole (le imprese familiari con parametri “critici” o “di allerta” secondo la definizione contenuta nel rapporto sono il 19,7%, con un calo di ben 15 punti rispetto al 2011).
In generale, con 260 miliardi di fatturato, le imprese familiari crescono più rapidamente rispetto alle realtà non familiari. La loro solidità media è migliorata, mentre la percentuale di queste realtà che ha fatto investimenti in R&S si è ridotta rispetto al 2019 (il 14,3% contro il 15,6%), pur rimanendo superiore a quella delle aziende non famigliari (11,2%).
Secondo l’Aidaf, dunque, quello delle imprese familiari è un modello virtuoso e competitivo. Resta però fondamentale che le aziende sappiano adeguarsi ai cambiamenti del mercato e della società, attraverso azioni di modernizzazione che vanno dalla managerializzazione alla diversity, dall’apertura dei capitali all’ingresso delle nuove generazioni.
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