Per le imprese italiane all’estero è tempo di tornare a casa. Rispetto a quanto accaduto per decenni, da qualche mese si sta assistendo a una decisa inversione di rotta: oggi le aziende tricolore, deluse dalla globalizzazione, stanno abbandonando le loro sedi oltreconfine per rientrare in patria. A dirlo il report Reshoring in Europe 2015-2018 di Eurofound, secondo cui l’Italia è seconda nella classifica del contro-esodo, che ancora non può definirsi un fenomeno di massa, ma che negli ultimi cinque anni è cresciuto costantemente. La medaglia d’oro va alla Gran Bretagna, con 44 casi di “back reshoring”, ossia di rilocalizzazione. Quella d’argento va, appunto, al nostro Paese, con 39 casi: dal 2014 al 2019 sono 120 le società che hanno deciso di lasciare le sedi estere per ritornare sui propri passi.
Le ragioni di questa scelta sono diverse: la riorganizzazione globale delle imprese, l’aumento dei costi di produzione all’estero, i lunghi tempi delle consegne, le norme sulla sicurezza Ue che impongono l’indicazione dell’origine di tutte le merci. Ma non si tratta solo di questo. A spingere molti imprenditori a fare il percorso inverso a quello compiuto in passato sono anche la rinnovata spinta per la qualità e la ritrovata forza del Made in Italy. Senza dimenticare l’attenzione crescente per il valore umano, la tutela ambientale, il fair trade, la sostenibilità. Insomma, il politicamente corretto e la credibilità dei prodotti stanno recuperando terreno e iniziando a ridurre lo strapotere della produzione seriale.
Ma quali sono le aziende italiane che hanno deciso di fare dietrofront? Per esempio, la Global Garden Products, che ha spostato i suoi vivai dalla Slovacchia a Treviso, e la Vimec, che dalla Cina è tornata a Luzzara. O la Asdomar, che ha chiuso un po’ di stabilimenti di tonno in Portogallo per riaprire quelli in Sardegna. E, ancora, la GTA Moda, che ha abbandonato la Romania, e l’Artsana, che ha lasciato India e Cina. Poi ci sono le eccellenze del lusso e della moda Made in Italy, come Prada, Ferragamo, Zegna, Louis Vuitton, Ferragamo, Bottega veneta, Geox, Benetton, che hanno detto addio all’estremo Oriente, ma anche a Romania, Polonia, Repubblica Ceca e Germania, per rimpatriare.
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