Imprese, nuova impennata di fallimenti: +17,2% nel 2024

Il Nord-Ovest guida la classifica, forte impennata tra le società di capitali e nel settore costruzioni. In crescita anche le liquidazioni volontarie e l'uso degli strumenti del nuovo Codice della Crisi

Imprese, nuova impennata di fallimenti: +17,2% nel 2024© Shutterstock

I fallimenti tornano a pesare sul tessuto imprenditoriale italiano. Secondo i dati dell’Osservatorio procedure e liquidazioni di Cerved, nel 2024 si è registrato un aumento del 17,2% delle procedure concorsuali fallimentari, con 9.194 casi rispetto ai 7.848 dell’anno precedente.
Si tratta del secondo anno consecutivo di crescita, dopo il +9,8% del 2023, che rompe definitivamente il trend decrescente avviato nel 2020 grazie alla moratoria sui prestiti. Il fenomeno si concentra soprattutto nel Nord-Ovest, che da solo raccoglie il 30% dei casi (2.803), con la Lombardia in prima linea. Seguono il Centro (24,3%), il Sud (19%), il Nord-Est (17,6%) e le Isole (8,7%). La maggioranza assoluta dei fallimenti (82%) riguarda società di capitali, con una particolare incidenza nel comparto dei servizi (35%).

Costruzioni e Industria sotto pressione

I settori maggiormente colpiti sono le Costruzioni, che registrano un +25,7%, e l’Industria (+21,2%). Particolarmente critici i dati del settore Metalli (+48,4%) e del Sistema Moda (+41,1%). In controtendenza invece i comparti della Chimica e Farmaceutica (-9,1%), del Largo Consumo (-6,5%) e dell’Infotainment (-0,5%).

Tra le imprese fallite, cresce la quota di quelle più giovani: le aziende con meno di 5 anni di vita sono passate dal 2% del 2022 al 12% nel 2024. Anche le imprese con un’età tra i 5 e i 10 anni mostrano un aumento, passando dal 25% al 28%.

I numeri delle liquidazioni volontarie

Accanto ai fallimenti, aumentano anche le liquidazioni volontarie, che nel 2024 hanno superato quota 119 mila, con una crescita del 12,7% rispetto all’anno precedente. Il dato è particolarmente rilevante per le società di capitali, dove le liquidazioni sono aumentate del 26,5%. Sempre più imprese si affidano agli strumenti introdotti dal nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza, pienamente operativo dal terzo trimestre del 2022.

Le nuove procedure, come i procedimenti unitari e le misure cautelari e protettive, sono passate da 1.177 casi nel 2022 a 4.389 nel 2024, con un incremento del 37,4% rispetto all’anno precedente. Le crescite maggiori si sono registrate nelle Isole e nel Nord-Est, ma l’adozione è diffusa in tutte le aree geografiche. Uno scenario da monitorare Il peggioramento generale è attribuibile al forte rincaro dei costi energetici, all’aumento degli oneri sui debiti e al deterioramento del quadro economico. Le imprese più fragili, in particolare quelle giovani e meno strutturate, faticano a reggere l’urto.

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