In Italia pressione fiscale più alta al mondo (per chi paga): 54,8%

Ricerca Confcommercio: record mondiale anche per sommerso (17,5%), il nostro Paese è all’ultimo posto per infrastrutture e tempi di pagamento della P.A.. Sangalli: “Tasse troppo alte, una zavorra che rischia di portare allo schianto l'Italia produttiva”

Una pressione fiscale apparente – la divisione tra gettito e Prodotto interno lordo –pari al 45,2% (+3,4% in 12 anni) che pone l’Italia al quinto posto tra i 35 Paesi Ocse, ma una pressione fiscale effettiva – quella che ricade sui contribuenti – che si attesta al 54,8%. Un record mondiale assoluto che rischia di compromettere la ripresa economia del Paese. E’ l’allarme lanciato da Confcommercio che, in occasione del convegno ‘Liberare l’economia: meno tasse più crescita’, ha presentato l’ultima ricerca Sulle determinanti dell’economia sommersa. L’analisi dell’Ufficio studi (scarica la versione integrale) segnala un’economia sommersa in calo negli ultimi anni – 17,5% rispetto al 20% del 1998 – ma che non conosce uguali sulla Terra. L’Italia è invece in ultima posizione per infrastrutture e tempi di pagamento della P.A. e agli ultimissimi posti nelle classifiche a livello di efficienza e velocità nei tempi della giustizia (la sintesi dei risultati). La tesi sostenuta nello studio è che sommerso ed evasione non dipendono da una propensione genetica degli italiani, ma da fattori puramente economici e sociali. L’Ufficio Studi Confcommercio calcola che se aumentasse dell’1% la facilità degli adempimenti fiscali, ad esempio, il sommerso calerebbe dello 0,5%, mentre per ogni punto percentuale di riduzione delle aliquote corrisponderebbe una diminuzione di mezzo punto del sommerso stesso. La ricerca sottolinea, infine, che è illusorio pensare che la lotta all’evasione fiscale possa avere successo senza un parallelo processo di restituzione fiscale: servono allo scopo precisi meccanismi di restituzione ai contribuenti in regola delle maggiori imposte riscosse attraverso la lotta all’evasione e all’elusione.

ITALIA A RISCHIO SCHIANTO PRODUTTIVO. Nel corso del suo intervento, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha definito il livello di pressione una “zavorra” che influisce drasticamente su investimenti e consumi che rischia di portare allo “schianto dell’Italia produttiva. Auspichiamo – ha sottolineato Sangalli – che nel corso della discussione parlamentare del disegno di legge delega ‘per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita’ venga recuperata l’ipotesi dell’istituzione del cosiddetto ‘fondo’ per il taglio delle tasse, alimentato da almeno una quota parte dei risultati della lotta all’evasione ed all’elusione”.

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